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mercoledì 1 giugno 2011

TWILIGHT SINGERS: “Dynamite Steps” (2011, Sub Pop)

Greg Dulli è di quei musicisti atipici e indecifrabili che nel proprio percorso artistico non si è mai adagiato su sonorità compatte ma ha tradotto con la ricerca e la sperimentazione la sua tensione emotiva e la sua poliedricità. Con i Twilight Singers, dopo ben cinque anni di attesa, è finalmente uscito il quinto album da studio “Dynamite Steps” (Sub Pop Records 2011) che si presenta come un corposo e brillante ensemble di godibilissimo rock. Senza lacerazioni, senza cambi repentini, ogni commistione è ben armonizzata e dosata e ci restituisce un ritrovato equilibrio di questo raffinato, talentuoso songwriter. L’atmosfera che impregna il lavoro è un’introspezione un po’ cupa e vellutata, un romanticismo decadente supportato da un sapiente legame tra melodia e ritmica.
Venature di psichedelia, richiami al folk, al soul e tocchi quasi azzardati di electro in crescendo poderosi e struggenti ma mai aggressivi, a sottolineare la caratura superiore di un Greg Dulli che, dopo i fasti impetuosi con gli Afghan Wings, ritrova un’emotività ispirata e matura, un’intensità interpretativa che non trasuda più rabbia e insofferenza ma delicati e sobri equilibri.
L’ottima Last night in town è un incontro tra il piano, la calda voce di Dulli e le ritmiche abrasive di chitarre, smorzate da brevi e sapienti tocchi di archi. Emblematica la frase «whenever you’re here you’re alive» che ci restituisce la più profonda autenticità di un Greg Dulli sempre magnificamente illuminato nel suo cammino. Tra gli undici episodi del disco ritorna anche il sodalizio con l’amico Mark Lanegan (dopo la collaborazione nel primo disco “Bleckberry Belle” del 2003 e l’esordio nel progetto Gutter Twins con “Saturnalia” del 2008): in Be invited le due voci si fondono accompagnando l’insolita miscela a loro cara tra soul e noir in una ballata fosca e ritmata in cui fa capolino anche la chitarra di Nick McCabe, ex dei Verve. Ani Di Franco duetta invece nello splendido e intenso Blackbird and the Fox. Altro episodio notevole e aperto a nuove dinamiche è l’elettro folk-blues di Never see no Devil.
A sorpresa anche Waves che tra schizzi di noise e digitale recupera un’esplosione rock tribale, affonda nelle radici black che furono care agli stessi Afghan Wings ed intreccia in modo magistrale chitarre e sezione ritmica. On the corner ha un sound psyco-glam, Gunshot aleggia su atmosfere dilatate in cui prevale la voce sanguigna di Dulli. Insomma quarantatre minuti di musica per un artista che in passato ci ha già raccontato tutto, stupendoci con ogni variazione sul tema e che ora, con la qualità e il talento che gli è proprio, ci regala il piacere di ascoltare del sano, dimenticato, perduto rock, rivalutandone le nobili origini americane e le sonorità che lo hanno contraddistinto. Un artista completo e colto che vanta progetti e collaborazioni di grande spessore, una ricerca continua che tuttavia non ha mai adombrato la sua personalità. Da marzo 2011 i Twilight Singers hanno iniziato il tour di presentazione del nuovo lavoro che ad aprile li ha portati anche in Italia per alcuni elettrizzanti show cui ha partecipato anche l’amico Manuel Agnelli degli Afterhours.
Romina Baldoni
Be invited
Sub Pop Records

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