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domenica 27 febbraio 2011

MOSTRE - "Europunk – La Cultura Visiva Punk in Europa, 1976-1980" (Roma, Villa Medici, 21 gennaio – 20 marzo 2011)

Inauguriamo con questo réportage della nostra Rossana Morriello una nuova rubrica in DISTORSIONI, 'MOSTRE', che va ad ampliare ulteriormente lo spettro dei nostri interessi e delle nostre proposte. Cominciamo con una certamente delle più importanti e originali mostre italiane del momento! Come sempre confidiamo nei vostri feedback. Buona lettura, buona visione e BUON ASCOLTO!

La mostra: "Europunk – La Cultura Visiva Punk in Europa, 1976-1980" - Accademia di Francia a Roma  (Villa Medici, viale Trinità dei Monti, 1 -  Roma, tel.  06.67611)

Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia a Roma, ospita dal 21 gennaio al 20 marzo 2011 la mostra “Europunk – La cultura visiva punk in Europa, 1976-1980”. La mostra, nelle intenzioni dei curatori, vuole presentare l'estetica punk che è stata tradotta alla nascita del movimento, a metà degli anni '70, in una serie di produzioni artistiche che, oltre alla musica in senso stretto, interessano materiali collaterali di vario genere, dalle copertine dei dischi alle locandine di concerti, dalle fanzines e riviste all'abbigliamento. Tutti materiali esposti nella sede romana con una selezione temporale e spaziale ben precisa, in quanto la mostra è relativa agli anni indicati nel titolo ed è limitata geograficamente all'Europa e ai paesi che hanno avuto un ruolo più incisivo nel movimento, quindi principalmente l'Inghilterra, la Francia, la Germania, escludendo tutto il punk americano che ha avuto caratteristiche proprie. In Italia, come sappiamo, il punk non ha attecchito come movimento musicale, se non per pochi episodi, alcuni dei quali ripresi nella mostra romana, come i Gaznevada, Ivan Cattaneo e le Kandeggina Gang di Jo Squillo.

Sala 5: l'Italia ed il Punk Europeo
Interessante il parallelo che nella sala 5 viene posto tra quanto succedeva in Italia e quanto succedeva nel resto d'Europa, confrontando le figure di Sid Vicious e di Giangiacomo Feltrinelli, entrambi vittime della loro “strada maestra”. Citando le parole del libro 'Tracce di rossetto - Percorsi segreti nella cultura del 900 dal Dada ai Sex Pistols'
di Greil Marcus (Leonardo, 1991), la didascalia della sala spiega come i giovani italiani abbiano preferito dedicarsi al movimento delle Brigate Rosse e mentre «i Sex Pistols cantavano “la Potenza della bomba H” le Brigate Rosse piazzavano vere autobombe». A partire dalla constatazione di queste diverse situazioni nazionali viene tracciato il parallelismo: Sid Vicious ucciso dall'eroina fornitagli dalla madre e Feltrinelli ucciso dall'esplosivo che stava piazzando per far saltare un pilone dell'elettricità, entrambi percorrendo la loro strada maestra. Il percorso della mostra è cronologico e segue l'evoluzione del movimento punk che nasce come anti-politico e anarchico al grido di “no future” e “destroy” dei Sex Pistols, utilizzando spesso simboli di varie e opposte ideologie, per poi assumere verso il 1977-1978 una connotazione politica, tendenzialmente antifascista e radicata nell'estrema sinistra. Prima ancora di cominciare il percorso espositivo una saletta dotata di schermi accoglie il visitatore con una selezione di 25 video che tracciano una colonna sonora ideale della storia del punk europeo e che proponiamo per intero alla fine di questo articolo.

Sala 1: il Punk in Inghilterra
La prima sala della mostra è dedicata, com'è ovvio, ai Sex Pistols di cui vengono esposte foto, copertine di dischi, manifesti pubblicitari e il video di Anarchy in the U.K., che sottolineano l'impatto avuto dal gruppo soprattutto dal punto di vista visivo - sebbene in gran parte costruito dall'abile manager Malcom McLaren e dalla compagna, la stilista Vivienne Westwood - tanto da diventare le vere icone del punk
britannico. 'The Great Rock'n'Roll Swindle' (La grande truffa del rock'n'roll), film-documentario del 1980 diretto da Julian Temple racconta proprio di questa operazione. In ogni caso, i loro atteggiamenti provocatori, soprattutto durante i concerti, e la loro musica dissacrante (God Save the Queen, per fare un esempio, fu vista come un attacco dalla monarchia inglese), causarono vari problemi al gruppo, bandito da radio e tv e protagonista di diversi episodi di violenza.

Sala 2: il Punk in Francia
La seconda sala è dedicata a un collettivo di artisti francesi, studenti della Scuola di Belle Arti di Parigi, i Bazooka, che incanalavano i temi estetici del punk in varie espressioni artistiche, diffuse attraverso diversi canali di comunicazione, dai manifesti e fanzines agli articoli e alle vignette comparsi numerosi nei giornali francesi, primo fra tutti Libération. Nonostante il punk, in tutte le sue forme, si sia posto come un momento di rottura, di rifiuto della tradizione precedente, pop e progressive dal punto di vista musicale, e come una forma di anti-arte dal punto di vista delle arti visive, non si può non notare come questo collettivo abbia fatto proprio un linguaggio artistico che per certi versi rimanda ad altre correnti che hanno voluto precedentemente tracciare una linea di demarcazione con il passato e con il canone tradizionale, come il futurismo e soprattutto il dadaismo.

Sala 3: La circolazione delle Immagini, le Fanzines
Con certe avanguardie artistiche il punk condivide anche la volontà di far circolare al massimo le immagini e le altre produzioni culturali e di conseguenza, per poter diffondere quanto più possibile manifesti, fanzines e copertine dei dischi, si ricorre spesso alla fotocopia o al ciclostile. Il modello è la nota fanzine (o punkzine) “Sniffin' Glue”, realizzata nel 1976 da Mark Perry, il cui titolo è preso dal brano Now I Wanna Sniff Some Glue dei Ramones, precursori americani del punk. Di “Sniffin' Glue” sono esposti diversi fascicoli nella terza sala della mostra, insieme ad altre fanzines che vi si sono ispirate, come “Vibes” e “Kingdome Come” e a qualche immagine che raffigura l'abbigliamento punk.

Sala 4: Punk e Politica
Dopo una sala di passaggio nella quale artisti contemporanei espongono un paio di installazioni si passa agli anni in cui il punk comincia ad assumere una connotazione politica, di tendenza antifascista ma comunque spinta a voler cambiare il mondo, prima con i Clash, al suono di White Riot, brano ascoltabile in questa sala, e poi con gruppi come i Crass o i Rondos, quest'ultimo un prodotto del collettivo olandese Raket.


Le altre Sale
Le ultime sale sottolineano l'uso di simboli e di un certo tipo di immagini forti che il punk ha fatto allo scopo di contestare anche visivamente, oltre che musicalmente, l'ordine sociale: dai simboli nazisti agli animali ripugnanti, come topi e scarafaggi, dalla pornografia alla violenza, spesso infarcite di ironia estrema, magari in forma di fumetto o disegno, così da sovvertire
l'ordine con le forme e l'estetica del caos. Una sovversione che presto sfocia nella ricerca di un ordine nuovo, rappresentato da quello che chiamiamo post-punk e poi new-wave, e che ha tra i rappresentanti principali sicuramente i Joy Division, presenti in mostra con le opere grafiche prodotte da Peter Saville per loro e con il brano Transmission che si può ascoltare e vedere in video nell'ultima sala a chiusura del percorso della mostra. Un percorso che nel complesso si dimostra davvero interessante e ben costruito.
Rossana Morriello 
(fotografie di Rossana Morriello)

La Sala Video
1. Damned, New Rose, 1976
2. Siouxie & the Banshees, Metal, 1978
3. The Slits, Let's do the Splits, 1977 (video del 2006)
4. Sex Pistols, God Save the Queen, 1977
5. Stinky Toys, Plastic faces, 1977
6. X-Ray Spex, Oh Bondage Up Yours, 1977
7. Panic, Requiem for Martin Heiddeger, 1977
8. Starshooter, Get Baque, 1977
9. The Subway Sect, Out of Touch, 1977
10. The Adverts, Gary Gilmore's Eyes, 1978
11. Generation X, One Hundred Punks, 1977
12. The Clash, Police and Thieves, 1977
13. Penetration, Don't Dictate, 1977
14. The Buzzcocks, Ever Fallen in Love, 1980
15. Kandeggina Gang, Sono cattiva, 1980
16. Pekinska Pata, Stop Stop, 1979
17. Métal Urbain, Paris Maquis, 1978
18. The Undertones, Teenage Kicks, 1977
19. Kaka de luxe, Viva el metro, 1978-1983
20. Kleenex, Nice, 1978
21. Crass, Do They Owe Us a Living, 1979
22. Rondos, Russians are coming, 1979
23. Deutsche Americkanische Freundschaft, Ich und die Wirklichkeit, 1979
24. Public Image Limited, The Public Image, 1978
25. Joy Division, Shadowplay, 1978

MostraEuropunkRoma

1 commento:

anankepeople ha detto...

Grandioso! a savona avevano fatto una cosa simile ma di respiro molto più limitato

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