e sguazzando allegramente in tutte le declinazioni dell'alternative. Se le ritmiche portano tracce evidenti delle origini indie-folk del progetto (passato alla veste elettrica nella trasformazione da duo a trio), l'estetica post-punk si esplica in una compiaciuta attitudine lo-fi, espressa, intelligentemente, nella scelta di suoni ruvidi e pastosi allo stesso tempo, ma senza mai sacrificare la qualità della produzione. Se i padri spirituali della band sono ancora molto evidenti all'ascolto del disco, è innegabile che i Trans Vz abbiano mosso i primi decisi passi verso la costruzione di un'identità sonora ed estetica riconoscibile: il disco è omogeneo, coerente, tirato quanto basta, coinvolgente e di piacevolissimo ascolto. Se l'originalità non è ancora fra i pregi più evidenti di questo primo lavoro, ci sono tuttavia tracce come Transavanguardie e Headache for Dinner che indicano la strada giusta in questo senso. Degne di nota sono anche la cura del suono e l'ottima esecuzione, con chitarre versatili e intense che accompagnano i passaggi dai pezzi più marcatamente folk a quelli di derivazione quasi new wave. Le soluzioni compositive e gli arrangiamenti sono accattivanti e non banali. Consigliato.
Angela Fiore
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