Reminiscenze di U2 e Muse, ma anche certa intensa leggerezza che fu marchio di fabbrica dei seminali Smiths. Sempre in attesa del grande salto, i quattro veterani tardo-wave suonano sempre con spirito ed energia giovanile, con perizia e mestiere degni di lode. Ma questi dieci pur gradevolissimi brani non aggiungono molto al già sentito e alquanto vasto repertorio della band. Persistono in alcune canzoni i legami con certe ampollosità alla Tears for Fears o alla Manic Street Preachers che, invece di far spiccare loro il volo, le zavorrano, riportandole mestamente a terra. Un passo in avanti verso la meta, ma ci vuole un altro piccolo sforzo per attraversare il confine.
Maurizio Galasso
Seahorse Recordings
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