Volendo trovare un titolo alternativo a questo album si potrebbe intitolarlo ”Allora, dove eravamo rimasti?!”. Infatti in “Mockingbird time” la band si ripresenta al completo, dopo la dipartita nel 1995(e rientro parziale nel 2008) di Mark Olson, impegnato a seguire la sua vicenda artistico/sentimentale con la cantautrice Victoria Williams, ritrovandosi con Gary Louris(voce e chitarra elettrica), con Marc Perlman al basso, Karen Grotberg alle tastiere
e il batterista Tim O’Reagan. Diciamolo subito: “Mockingbird Time” è un album bellissimo! Il binomio Louris-Olson è perfetto dal punto di vista artistico: laddove Louris stempera le sue asprezze rock con una spiccata vena pop, Olson fornisce una sensibilità folk ed “acustica” al tutto, creando quello che gli americani definiscono ”a match in heaven”(un'accoppiata fortunata)! Arrangiamenti curati, essenziali e spigolosi ma ingentiliti da linee vocali e di piano celestiali propongono una felice miscela di rock, blues, roots music americana e country, il tutto supportato da una solida vena che potremmo definire cantautorale, alla base dell'estetica un po' struggente e malinconica del quotidiano che caratterizza la band. Non a caso aleggiano nelle composizioni riferimenti a Gram Parsons, a Bob Dylan ed ai Byrds, ma i Jayhawks hanno una personalità ed uno stile tale da non farsi soffocare da queste influenze. Della tracklist composta da dodici brani chi scrive è rimasto folgorato dalla prima traccia Hide your colours, da Tiny Arrows, Highwate Blues e Cinnamon Love, ma è senz'altro l'album completo ad essere davvero affascinante, un viaggio nitido ed allo stesso tempo sognante nella poetica della quotidianità. Concludendo, i Jahawks appartengono a quella ristretta cerchia di musicisti il cui lavoro, al pari dell'alto artigianato, colpisce sempre per cura e passione infusa, esente dalla frenesìa delle mode e del cambiamento a tutti i costi. Assolutamente consigliato!
Vincenzo Erriquenz
The Jayhawks
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