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giovedì 6 ottobre 2011

DUM DUM GIRLS: “Only in Dreams” (27 settembre 2011, Sub Pop)

Dopo averle viste dal vivo poco tempo fa non avevo molte aspettative per un nuovo disco del quartetto californiano ed ora eccoci a fine estate al nuovo lavoro delle Dum Dum Girls: noto subito dal primo ascolto come il suono degli inizi, frizzante e spensierato, venato del garage-punk di certe band tutte al femminile degli anni 90, stia lasciando più spazio al lato oscuro della band e a una produzione decisamente più curata nei suoni, anche se sempre intrisa di quel Lo-Fi che contraddistingue il sound di queste ragazzotte di Los Angeles.
“Only in Dreams” è un sogno indie-pop suddiviso in dieci episodi accattivanti e variopinti che mettono in rilievo la crescita della band. Molto probabilmente, la produzione di Sune Rose Wagner dei Raveonettes ha inciso molto su questa virata di stile così come anche, esplicitamente dichiarato dalla chitarrista e cantante Dee Dee, la malattia della madre della stessa ha venato di malinconia ed inquietudine i testi della band.
Se il precedente "He get me high", EP composto da sole quattro tracce, aveva saputo elevarsi dalla massa di uscite indie-rock del periodo, ora abbiamo ballads in stile Pretenders, coretti ben orchestrati e non solo tracce pop-noise estive, un po’ sbarazzine e alla Best Coast, Vivian Girls o Cults e il filo con i suoni riot-girl si è fatto più sottile a vantaggio di suoni più sixties. Il tutto fa così scorrere velocemente le prima parte del disco che inizia con una Always looking che ci fa capire subito la svolta tww-pop ma anche un pò anonima con brani quali In my head e Heartbeat, mentre il singlo Bedroom eyes con le sue armoniche sognanti si eleva ma neanche più di tanto. La voce di stampo Lo-Fi ora domina la scena e guida il suono che pare voler uscire dagli stereotipi di genere fatti di ritornelli massicci e handclapping.
L’asticella si alza un poco arrivati a Coming down, brano diffuso anticipatamente dalla Sub-Pop, con i suoi sei minuti e mezzo a metà tra atmosfere sognanti e ritmi inquieti dedicati alla madre di Dee Dee, con un cantato che rende questa ballad davvero incantevole. La seconda parte del disco prosegue con Wasted away che ritorna sui binari delle chitarre shoegaze passando per Teardrop on my pillow per terminare con Hold your hand, un’altra ballad scarna e intrisa di malconici feed-back. Certo, cercare di definire un proprio sound non è facile e non necessariamente ci si arriva in maniera immediata. Non saprei dire se ci hanno guadagnato ma tutto sommato un buon album pop, orecchiabile e che si lascia ascoltare facilmente pur senza episodi di particolare rilevanza, ad eccezione della già citata Coming down, e che molto probabilmente, allargherà la base del loro pubblico. Consigliabile a chi ama queste sonorità surf e colorate e, ovviamente, a chi ama il Pop in generale, poiché tutto sommato è un album davvero gradevole, sperando che anche dal vivo la band sappia dimostrare questa crescita.
Ubaldo Tarantino

Sub Pop/Dum Dum Girls


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