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lunedì 11 luglio 2011

"WAITING FOR THE MOON", Tribute To Jim Morrison & The Doors (AA.VV.) (July 2011, Davvero Comunicazione/Azzurra Music)

L’onda lunga del quarantennale della morte di Jim Morrison in questo 2011 si è conclusa con l’esibizione recentissima (9 Luglio) degli ‘anziani’ Robby Krieger e Ray Manzarek con comprimari al Doors Day, nell’ambito della 32° edizione del Festival blues di Pistoia. Ma un’altra iniziativa concomitante sta facendo parlare di sé dai primissimi giorni di questo torrido luglio: la pubblicazione, in allegato al quotidiano L’Arena di Verona, del primo tributo italiano a Jim Morrison & The Doors, realizzato dall’operosa Davvero Comunicazione di David Bonato in collaborazione con Azzurra Music; disco che per la cronaca é stato presentato all'Orange Jazz Bar subito dopo l'esibizione dei Doors a Pistoia.


Si tratta di 15 covers di altrettanti famosi brani della grande band californiana, eseguite da bands/cantautori tutti del milieu musicale veronese. Questi i fatti, ma veniamo ai contenuti di questo cd miracolosamente ‘piovuto’ da Verona nel profondo sud da cui scrivo: assegnando per scontato al progetto ed alla incredibilmente frastagliata scena rock veronese - mobilitata ‘simpaticamente’ da Bonato e dalla sua agenzia - il merito non da poco di essere la prima volta che artisti italiani si ‘esprimono’ sull’iconico materiale Doors, il tributo suscita non poche perplessità
in relazione proprio al loro approccio alle songs epocali dei Doors: non basta l’introduzione dell’elettronica, la programmazione degli archi, o cambiare, a seconda della band impegnata, armonia, arrangiamento, linea melodica, tempo, linea vocale per riattualizzare in modo convincente e personalizzare un’eredità compositiva così magnetica e peculiare. Il pericolo incombente è quello di avere come risultato tutt’altra cosa: è la trappola in cui cade più del 50 % delle bands impegnate nel tributo, approntando rivisitazioni sofisticate e gradevoli alcune, del tutto fuori contesto ed artefatte altre, ma fatalmente in ogni caso troppo lontane dallo spirito originale. Non si può rimanere indifferenti (e contrariati) di fronte all’insulso e completamente fuori contesto arrangiamento funky di Moonlight Drive (Cinemavolta), ad una Riders on the Storm (Ex) che dopo un’inizio promettente si caccia in una trappola hard senza né capo né coda, ad una The End (L’Or) di 3:25 talmente trasfigurati - e neanche poi tanto male - che però tutto sono meno che il brano in questione, manco se mi minacciassero con un martello … ah ah ah! Completamente sbiadita e depauperata dell’ originaria furia interpretativa anche la Love me two times degli Allborn, orribile il trattamento riservato dai Bullfrog a Roadhouse Blues, in chiave british-hard-blues scrivono loro, stoner ‘tamarro’ dico io!
Non male Aperegina con una ‘decente’ Take it as it comes, a patto che non vi scandalizziate per il trattamento ‘sintetico’ riservato alla parte centrale tastieristica. Anche l'arrangiamento acustico riservato dalle Cherry Lips alla dolcissima e perversamente romantica You’re Lost Little Girl è decisamente indovinato ed accattivante, Stefania Parks la canta con molta classe, il risultato riesce addirittura ad accrescere il fascino malato del brano. I No3Dame tentano l'impossibile e ci riescono: rendere la ribelle e sconvolta Break on Through un piacevolissimo brano di moderno trip-hop, arrangiato benissimo - ne hanno di fantasia questi ragazzi - anche in questo caso però siamo lontanissimi dal mood originale. Ma soprattutto non dispiacciono le rivisitazioni degli unici due cantautori veronesi coinvolti nell’operazione: John Mario, che propone una Wishful Sinful rispettosa del meraviglioso abbandono interpretativo morrisoniano che caratterizzava l’originale, anzi lo esalta con un trasporto rock para-psichedelico degno dei migliori Dream Syndicate, anche se lui nelle liner notes tira in ballo i Crazy Horse di Neil Young. Poi Ruben: di fronte alla sua inconfondibile ‘leggerezza’ vocale ed interpretativa, all’indovinatissimo riff chitarristico ‘younghiano’ con cui è trattata Light My Fire, non ci si può che arrendere e tirare un sospiro di sollievo dopo tante inutili ‘forzature’, compresa l'altra 'pretenziosa' versione del classicissimo dei Doors ad opera dei Methodica, con accenti mistico-progressivi. E se vi dicessi in conclusione che gli unici che mi hanno esaltato davvero sono i Manuels, ovvero l’unica The Doors Tribute Band presente nella compilation, con la loro incredibile, tesa, lisergica, estremamente fedele all’originale When The Music’s Over di 11:22? Mi giudichereste un restauratore integralista, un passatista? Beh sono disposto a correre il rischio, perché ho già pronta la risposta, meglio un’ottima tribute-band che dei cattivi manipolatori … dimenticavo: i Manuels sono davvero enormi!
Pasquale ‘Wally’ Boffoli

(Foto dall'alto in basso: Aperegina, Cinemavolta, Methodica, Ruben, Cherry Lips, John Mario, Manuels)

David Bonato Davvero Comunicazione

Tracklist:
01. Light My Fire / METHODICA
02. Break On Through / NO3DAME
03. People Are Strange / COLORE
04. Moonlight Drive / CINEMAVOLTA
05. You're Lost Little Girl / CHERRY LIPS
06. Maggie M#700;Gill / FACCIASCURA
07. Five To One / NEXUS
08. Riders On The Storm / EX
09. The End / L'OR
10.Take It As It Comes / APE REGINA
11. Wishful Sinful / JOHN MARIO
12. Roadhouse Blues / BULLFROG
13. Love Me Two Times / ALLBORN
14. When The Music's Over / MANUELS
15. Light My Fire / RUBEN

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