Questo quarto lavoro a suo nome registrato un anno fa a New York si apre con A little lost, cover di un brano di Arthur Russell, con un violoncello disturbante interrotto dalla particolarissima voce di Nat, che alle mie orecchie di nostalgico sixties ha ricordato qualcosa del primo Roy Harper (sono semplici sensazioni), mentre sulla stessa splendida falsariga é la seguente Weights, voce debitrice in questo caso di Tim Buckley, quello del periodo allucinato di "Lorca" e "Starsailor". Tutto cambia nella terza canzone - si fa per dire - la lunga Real fakes che presenta un finale in puro stile free jazz. Gli ultimi 3 brani, la bizzarra e sperimentale Lifted, la strumentale (decisamente free) What is there e Let my spirit rise, struggente cover di Kurt Weisman, chiudono un disco dominato dal contrabbasso di Nat e dalla sua voce in falsetto: forse l'abbinamento non incontrerà i gusti di tutti ma con un pò di pazienza e più di un ascolto, può rivelarsi una sorpresa.
Ricardo Martillos
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