Maurizio ci introduce alle meraviglie di "Mojo" tirando fuori la sua tipica utopica enfasi: lo capisco, non é proprio possibile fare altrimenti con un grande disco come questo, grondante blues, che scrive il nome di Petty e degli immensi Hearbreakers - se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno - nel firmamento dei più grandi rockers e songwriters americani di tutti i tempi! Ah, dimenticavo: nel sito ufficiale di Tom sono messe a disposizione dei fans gratuitamente ben 14 songs registrate live durante il Mojo Tour 2010 (wally boffoli)
È il disco di Mike Campbell. Chitarrista raffinato ed evocativo come pochi, eppure a torto non citato tra i grandi della sei (o dodici) corde. “Mojo” è una mega-session come non se ne vedevano dagli acid test dei Grateful Dead,dall’infinito “If I could only remember my name” di David Crosby o dal leggendario “Exile on main street” dei Rolling Stones. Sessantacinque minuti di musica suonata in presa diretta senza nessuna sovraincisione. E ci mancava questa musica. Ci mancavano
queste vibrazioni. Ci mancava la pelle d’oca all’ascolto di First flash of freedom, senza dubbio il pezzo più bello di un disco di per sé bellissimo, una suite da brividi, Woodstock e Big Sur sono qui e ora nel 2011, e non servono le immagini di school bus gialli dipinti di speranza, o di piscine cinte da drappi colorati che garriscono al vento; anche questa generazione potrà sognare bombardieri che si trasformano in farfalle e un ritorno all’Eden. La band è ai suoi massimi, una grande band al pari degli Stones o della E. Street dei giorni gloriosi. Otto anni dopo “The last Dj”, Tom Petty & the Heartbreakers ci regalano non solo uno dei migliori dischi della loro lunga storia, ma uno scrigno stracolmo di emozioni. La voglia di suonare trasuda da ogni solco. Dopo trentacinque anni il Nostro scioglie le briglie e il cavallo selvaggio corre finalmente libero. Il rock è chitarra e Mike Campbell, come detto, domina. E’ lui a rendere questa entusiasmante jam un grande disco rock. Lasciatevi cullare dalla dolcezza malinconica di No reason to cry o ipnotizzare dalla potenza sensuale della iper-zeppeliniana I should have known it. E poi ballate con lo stomp di U.S. 41 ed il blues doorsiano di Takin’ my time.
Tutti o quasi i quindici pezzi hanno più di un motivo per far parte, oggi e in futuro, della colonna sonora di uno o l’altro dei nostri giorni. Tutti noi abbiamo iniziato ad amare il rock’n’roll quando, in un giorno più o meno lontano, qualcosa di strano (estraneo?) ci colpì in un'armonia che d’incanto ci apparve non più rassicurante, ma eccitante. Ecco, spero che qualcuno, da qualche parte, al confine fra innocenza e consapevolezza, ascoltando questo disco possa pentirsi di averlo acquistato ... per poi amarlo disperatamente.
Maurizio Galasso
I Should Have Known It
Let Yourself Go
Something good coming
Tom Petty and the Heartbreakers - MOJO (Documentary Directed by Sam Jones)
Tom Petty
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