Dopo 4 anni Panda Bear ci riprova con questo "Tomboy", che si presenta con una scarna copertina in bianco e nero, non casualmente i colori del panda e con melodie ancora più addolcite rispetto ai precedenti lavori che avevano fatto conoscere il nostro come sperimentatore di suoni e di voci. L’inizio del disco e non solo quello, sembra uscito dall’ultimo splendido lavoro dei Fleet Foxes, "Helplessness Blues" (2011:) You Can Count On Me ha infatto quelle stesse sognanti vocalità tanto care a Pecknold e Skjelset, quelle del Crosby flippato e meraviglioso di "If I could remember ny name". La title track è sulla stessa falsariga, mentre col quarto pezzo Surfer's Hymn sono inaugurate le forti affinità con Brian Wilson ed i Beach Boys, quelli migliori dei mid-sixties, confermate anche da Last Night At The Jetty, splendida vocalmente pure questa. Drone è invece molto sognante, rimanda a spazi desertici
infiniti: qui Noah dà il meglio di sé, lo stesso si può dire dell’altrettanto spaziale Scherazade, davvero tra i momenti più intensi dell’album. Gli ultimi 2 brani, la movimentata e circolare Afterbunner e la liturgia psichedelico vocale di Benfica, dedicata all’omonima squadra calcistica di Lisbona dove è stato registrato il disco, chiudono degnamente questa ottima conferma di Panda Bear, da annoverare con i sopra citati Fleet Foxes tra i lavori più riusciti di questa prima metà del 2011.
Ricardo Martillos
You Can Count On Me
Surfer's Hymn
Benfica
Paw Tracks Records
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