Bestie in equilibrio sui loro tacchi cubani e le zazzere che si agitano sotto il beat più eccitante in circolazione, Death by Unga Bunga giocano col surf (Hot Leather), lo spiritato e deragliante neogarage degli anni Ottanta (The Nudist Beach, Don ‘t go looking for my heart, Caveman Blues), il saltellante e goliardico ye-ye dei sixties (Psych-Out) e le ballate da drive-in (Donna, molto vicina alla Someone like me dei Dynamites, NdLYS) con la corretta dose di sozzeria giovanile che necessita quando fare dischi così è un bisogno ormonale e non un’esigenza di contratto. Quest’anno i mondiali garage punk li vince la Norvegia, gli altri tornino ad allenare i muscoli e a trangugiare integratori se vogliono fare la loro figura in campo.
Franco Lys Dimauro
Spoon Train
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