Avete un buco da dover riempire per la vostra top ten del 2010 appena conclusosi che fa da cerniera tra i primi due decenni del XXI secolo? Bene, ficcateci "Penelope".
Disco insidioso e sensuale. E pieno di bella gente che con Penny suona e, talvolta, scrive: Dimi Dero, Deniz Tek, Dave Graney, Ronald Peno, Brian Hopper, Charlie Owen, Vinz Guilluy, Clare Moore, Mark Ferrie. Se non ne conoscete almeno la metà, siete finiti nel posto sbagliato.
“Penelope” ci riconsegna la Ikinger in grandissima forma (Down The South Road), fisica ed artistica. Nulla viene concesso alle banalità senili dell’ età adulta, quando la rabbia lascia posto alla rassegnazione e si finisce per diventare sempre più uguali ai nostri padri. Penelope vive invece di ballate scure e sottilmente crudeli annegate nel fuzz, come fu per la Polly Jean di “To bring you my love” e per la stessa donna in nero australiana su quell’ altro piccolo capolavoro di sette anni fa che fu “Electra". Non credo stia mentendo. Ma qualora fosse, lo sta facendo egregiamente bene.
Franco Lys Dimauro
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