Il tropical-punk degli Abe Vigoda si è imbolsito prematuramente? Non disperate, ci pensa il percussionista Zach Hill a portare avanti quel discorso musicale, inventandosi un album che sguscia via da ogni parte. "Face Tat" pare una specie di riassunto in note di quello che è il curriculum di Zach: Marnie Stern, Prefuse 73, Wavves.
E ci sono poi da aggiungere gli ospiti speciali qui presenti: Devendra Banhart, Guillermo Scott Herren (Prefuse 73) nonché svariati membri di No Age, Hella e Deerhoof. Quello che ne viene fuori suona incredibile:The Primitives Talk staziona da qualche parte fra gli anni '80 di Heaven 17, gli anni '90 di Aphex Twin e gli anni '00 di Prefuse 73. L'uso dell'elettronica, poi, ha un sapore davvero antico: echi di Residents e persino qualche tinta forte dei Chrome, magari stemperata da breakbeats o da rumorismo puro (è il caso di Ex Ravers).
Mentre altrove è la follia degli Animal Collective a prendere il sopravvento: completamente scollata dalla forma canzone, però, rimane come deliro vocale vorticoso (The Sacto Smile). Più il disco va avanti, più storto si fa sulle gambe: Green Bricks potrebbe anche fingere di essere un pezzo indie-rock, ma somiglia molto all' Helios Creed dissonante.
E quando il ritmo si inceppa, ne nascono numeri di strambo 'shitgaze', talmente aleatori da dare l'impressione che il brano sia in realtà una specie di traversata sulle onde di una impazzita radio fm.
Massimo Padalino
The Sacto Smile
The Primitives Talk
Ex Ravers
Zach Hill
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