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domenica 12 dicembre 2010

ROBERT WYATT with Gilad Atzmon and Ros Stephen: For the Ghosts Within (Nov. 9 2010, Domino)

Sono di vecchia data le passioni musicali per nulla segrete di Robert Wyatt, cui ha dato libero sfogo negli ultimi trentacinque anni e più di immobilità forzata, probabilmente rafforzate da essa: le canzoni rivoluzionarie centro-sud americane, la musica etnica, il jazz, tutti amori rivendicati e professati a più riprese nei suoi albums, opere sincretiche spesso geniali e mai meno che dignitose.
Amori che puntualmente tornano, il jazz soprattutto, in
" …For The Ghosts Within". Dopo il complesso e stratificato "Comicopera" (2007, Domino), trattato dalla critica non proprio benevolmente, torna ad incidere un disco ancora una volta eccentrico e per alcuni versi non di facile fruizione, in compagnia di due musicisti polivalenti, Gilad Atzmon e Ros Stephen; un lavoro d’équipe molto interessante sotto vari aspetti: come la costante presenza di una fascinosa e non invadente sezione di ‘strings’, a cura di Ros Stephen (anche al double-bass) e quella dei fiati, sassofoni per lo più, suonati ed arrangiati da Gila Atzmon, che suona anche l’accordion e si occupa degli electronics.
Un classico di Johnny Mercer, Laura, per iniziare: l’esile e commovente voce di Wyatt a cimentarsi con un tema bellissimo e fragile, in compagnia del Sigamos String Quartet. E subito il cuore torna alle atmosfere avvolgenti e seducenti di "Charlie Parker Plus Strings", così come nelle rivisitazioni di altri classici : In A Sentimental Mood (D.Ellington), What’s New, Lush Life (Strayhorn), Round Midnight (T. Monk, già coverizzata magnificamente da Wyatt in passato) vivificate da serpentini parkeriani soli di sassofono e dagli asciutti arrangiamenti di archi di Stephen, con Wyatt interprete vocale simpatetico perennemente scevro da tecnicismi fini a se stessi. Certo avrebbero potuto risparmiarci l’ennesima versione di What A Wonderful World, qui in una stagnante e noiosa veste ‘di lusso’; preziosa e particolarmente ‘astratta’ invece la ripresa di At Last I Am Free, con archi e legni che s’intrecciano in volute di fumo.
Il cuore dell’opera comunque è rappresentato dai quattro brani originali, l’omonima corale For The Ghosts Within firmata da Atzmon e dalla compagna di Wyatt Alfreda Benge , con i suoi quasi otto minuti divisi tra tentazioni etniche medio-orientali e movenze tango-argentine; e poi Maryan e Lullaby For Irena, ancora due attanaglianti performances vocali di Robert, meditabonde e tenere, sospese nello spazio, sincretici sprazzi di colori tenui sulla tela dell’anima.

Wally Boffoli

In a Sentimental Mood
Wyatt, Atzmon, Stephen - Lullaby For Irena
The Ghosts Within

Robert Wyatt

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