Steve si e’ sempre mantenuto su livelli dignitosi persino negli indegni anni ’80, commercializzando solo in minima parte il suono delle sue produzioni, e dalla meta’ degli anni ’90 con la riproposta dei Traffic e alcuni azzeccati album solisti, e’ tornato a far parlare di se’ e della sua musica.
Sull’onda della celebrata recente tournée con l’amico Eric Clapton, Steve torna in Italia e la curiosita’ di ascoltarlo ancora una volta mi ha spinto insieme ad altre centinaia di persone ad affollare la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma la sera del 3 Ottobre.
Sul palco belle luci essenziali e formazione minimale in puro stile Traffic: Steve si alterna all’Hammond e alla chitarra, Tim Cansfield alla chitarra, Satin Sinoe alle percussioni, Paul Booth al Sax, flauto e all’organo, Davide Giovannini alla batteria.
Si nota quindi, come spesso nei Traffic dal vivo, la mancanza di un bassista, lasciando all’organo il compito di coprire le frequenze basse.
La scaletta ha il pregio di scorrere fluida attingendo a vari periodi musicali e privilegiando esecuzioni ed arrangiamenti “aperti” dei brani, per valorizzare le capacita’ esecutive e garantire il divertimento dei musicisti della band.
Cosi’ oltre ai piacevoli brani del recente "Nine Lives", dalle marcate ritmiche e percussioni latine, si ascoltano le immortali I’m a Man, Can’t Find My Way Home, The Low Spark Of High Heeled Boys, Empty Pages, il mega-successo degli anni ’80 Higher Love, e una versione di 20 minuti di Light Up Or Leave Me Alone, con bellissimi assoli in stile jazzistico e senza ombra di autocompiacimento o noiosita’ da parte di tutti i musicisti a turno.
Quello che apprezzo di piu’ e’ sentire Steve e i suoi completamente immersi nelle note che generano, dare spazio a tutte le loro influenze stilistiche e trasmettere gioia, energia e calore con la musica.
La voce di Winwood e’ assolutamente splendida ed integra, capace di vette altissime e potenza come 45 anni fa, forse ancor piu’ calda ed avvolgente in certi passaggi.
Tutti i componenti della band suonano in modo eccellente, come una formazione ben assortita e rodata, nessuno ha la freddezza o il distacco del turnista.
Gli ultimi 20 minuti del concerto sono da brividi: per i due bis finali acclamati dal pubblico Steve torna in scena con il solo batterista e il saxophonista che si siede all’organo.
Con Steve alla chitarra suonano una versione micidiale di Dear Mr.Fantasy, con un assolo di sei minuti di chitarra celestiale, caldo, sinuoso, infuocato come
l’originale del 1967.
Poi l’apoteosi finale: con la band al completo si scatena in una Gimme Some Loving come il co-autore e produttore originale Jimmy Miller avrebbe gradito, un orgia di percussioni e parti ritmiche serratissime, l’Hammond in bella evidenza e la voce di Steve perfetta, grintosa ed esuberante come quando cantava questo inno nel 1966 a 17 anni.
Bellissima serata, musica d’altri tempi come concezione ed esecuzione e la conferma della purezza artistica di Steve Winwood , davvero 'forever young'.
Andrea Angelini
(fotografie di Andrea Angelini)Steve Winwood live
Steve Winwood - Live - Roma 03/10/10: Can't Find My Way Home
Steve Winwood - Dear Mr. Fantasy - Live Milano 02/10/2010
Steve Winwood - Low spark of high heeled boys -- AB Brussels 17 October 2008
Steve Winwood Live Concert: I'm A Man -- November 20 2008, Academy of Music of Milan
Steve Winwood Live - Empty Pages, 1/22/2008, Lancaster PA
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