The Disciplines arrivano per due concerti, a Torino e Roma, in occasione della pubblicazione anche in Italia del cd “Smoking kills”, circondati dalla curiosità di vedere come funziona dal vivo la band euro-statunitense costruita da Ken Stringfellow, co-fondatore dei Posies, arruolando ¾ del fu gruppo pop norvegese Briskeby (titolare in patria di alcuni milioni di dischi venduti).
Chi conosce i Posies e ha avuto occasione di almeno guardare su Youtube qualche video dei norvegesi, ascoltando il cd già si sarà reso conto che i Disciplines come stile pero' c'entrano poco o niente con i gruppi di provenienza dei suoi componenti: e il loro 'live' ne da' la conferma. Ma non solo, l'esibizione dal vivo fornisce una versione del loro suono ancora diversa da quella uscita dalle registrazioni. Probabilmente mentre il lavoro di produzione in studio aveva messo sotto controllo la potenza sonora e puntato ad arricchire i brani, al contrario in concerto batteria e basso (“Ralla”e Bård) sono liberi di essere più presenti e la chitarra (Bjørn, con una Telecaster “vissuta” ornata da una scritta ispirata a Woody Guthrie) fornisce il supporto alla voce con blocchi di accordi, riff e fraseggi scarni e talvolta duri, tanto che non di rado giri e ritmi arrivano alle soglie del punk-rock. Su una simile base l'interpretazione di Stringfellow non può che essere viscerale: pur non perdendo mai di vista la qualità della prestazione vocale, sul palco non sta mai fermo, spesso e volentieri si infila tra il pubblico, finisce anche per rotolarsi a terra avvolgendosi nel cavo del microfono.
Anche i rari pezzi rilassati, come Oslo, la ballata diventata hit in Norvegia, acquistano in energia, mentre quelli che ne sono già dotati di propria hanno modo di esprimere tutto il loro potenziale, a partire dall'iniziale “killer song” in odore di garage Yours for the taking e per proseguire con la maggior parte dei pezzi di “Smoking kills” integrati con un paio di novità. Tutti suonati comunque con precisione, attenzione alle dinamiche “pieno e vuoto”e ai frequenti cambi di velocità e ritmo, con un'impostazione paragonabile a quella dei power trio hard-rock e rock-blues (pure se ammodernata e al servizio di uno stile più aperto).
Ogni tanto poi Ken Stringfellow tira il fiato scambiando battute con i presenti, invitandoli a farsi sotto il palco e anche a salirci sopra per una gara di street dance. Gara che arriva verso la fine del concerto, a dare un po' di respiro proprio nel bel mezzo di una versione di I got tired che parte come se fosse dei Nirvana, tra il pogo del pubblico ogni volta che il riff iniziale esplode di nuovo. I bis non si fanno poi aspettare troppo e portano una Hurricane tunnel secca e all'aroma di rock-blues, appunto, con assolo di chitarra in stile.
Chi e' andato a sentire e vedere The Disciplines fidandosi delle presentazioni ufficiali non sarà rimasto deluso, chi invece dei comunicati degli organizzatori non si fida questa volta dovrebbe essere stato piacevolmente sorpreso. Chi al concerto non ci e' andato proprio pensando che una band per ¾ norvegese poteva non valerne la pena, ha fatto male.
Claudio Decastelli
fotografie di Enrico Laguardia
(su Facebook The Disciplines live in Torino @ Spazio 211)
(su Facebook The Disciplines live in Torino @ Spazio 211)
video di Marco Colasanti, ripresi al concerto all'Init di Roma del 26 settembre
The Disciplines: Oslo - The war's not over / I got tired / Hurricane tunnel
(le versioni non sono uguali a quelle di Torino)
The Disciplines: Oslo - The war's not over / I got tired / Hurricane tunnel
(le versioni non sono uguali a quelle di Torino)
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