Negli anni novanta ebbi un veloce e intenso innamoramento per lo stoner rock al punto di acquistarne una cinquantina di cd in pochi anni; questo mix micidiale di pesantezze Sabbathiane e psichedelia interstellare colmava, a mio modesto parere, il vuoto lasciato da grandi band anni settanta quali appunto i Sabbath, che pur ancora attivi non ripetevano più i fasti del passato e gli strepitosi Hawkwind, cui il movimento stoner credo sia grande debitore consapevolmente o meno.
Fu un amore effimero e fugace, una cottarella, un flirt che si spense dopo qualche tempo anche se in quel periodo godetti grandi momenti orgasmici provocati dai Kyuss ovviamente, ma anche dai migliori e meno conosciuti epigoni quali i Karma to Burn, i Fu Manchu, gli Orange Goblin, gli Spiritual Beggars, i Nebula, e decine di altri che nel loro insieme meriterebbero un intero articolo su MB Magazine.
La fine dell’attrazione fatale avvenne, proprio come nei rapporti di coppia più risaputi, per mancanza di stimoli e di fantasia. I gruppi sopracitati dopo alcuni grandi album cominciarono a fotocopiare se stessi regalando all’ascoltatore momenti di noia epocale come neanche succede a una coppia sposata da trent’anni.
Tutto questo preambolo per dire che qualche anno dopo leggere il nome Fatso Jetson sulle riviste musicali, come uno dei gruppi stoner di seconda generazione, orripilava il vostro cronista al punto di saltare la lettura dell’articolo o recensione che fosse.
E’ quindi con molta cautela e un po’ di pregiudizio che mi sono accostato a quest’ultimo album del gruppo californiano, senza mai avere ascoltato i precedenti e preparandomi all’ascolto con lo spirito del 'beh, vediamo un po’ e devo dire che la sorpresa è stata piacevole e insperata.
Intanto perché di stoner, anche se i fratelli Lalli suonavano anche loro nel deserto con il generatore elettrico perché non c’era la corrente, non ce n’è che un lontanissimo ricordo, solo in un paio di brani, poi perché ho ascoltato una musica fresca, oserei dire innovativa pur nei molti momenti derivativi e altamente creativa.
Quando si scrive di rock si cade spesso nella becera trappola del citazionismo per cercare di dare al lettore le coordinate di un momento musicale che non ha mai ascoltato, cercando, per quanto è possibile, di indirizzarlo in modo che un amante del prog non si ritrovi tra le mani un cd di Johnny Cash.
In questo caso sono felice di cadere nella trappola dicendo che i Fatso Jetson di questo "Archaic Volumes" mi ricordano le intemperanze e le oblique follie dei Camper Van Beethoven nonché alcune delle cose più 'fuori' dei Flaming Lips o dei Mercury Rev, pur con moltissimi distinguo.
Per cominciare c’è una componente boogie piuttosto pronunciata, solo che è un boogie affannato e sudatissimo, un boogie psicopatico e sghimbescio che se il cantante dei Canned Heat potesse uscire dalla tomba e ascoltarlo se ne tornerebbe al più presto sottoterra spaventato.
Ma c’è dell’altro: sfido chiunque a non riconoscere nella progressione di accordi di almeno un paio di brani e uno in particolare è lo splendido strumentale Here Lies Boomer’s Panic, gli stilemi Crimsoniani del secondo periodo, quello di Starless e di Lark’s ... un brano micidiale che farebbe davvero invidia a mister Fripp.
Da segnalare ancora il brano Golden Age Of Cell Block Slang, con un assolo di sax sgangherato e spigoloso su una base di boogie sudista e sudato, la cover di Garbage Man dei Cramps dal loro primo album "Songs The Lord Taught Us "(IRS, 1980), permeato dall’ombra lunga dei Talking Heads con un cantato alla David Byrne anfetaminico e Jolting Tales Of Tension, brano che contiene l’unica concessione 'desertica' con una strepitosa e psichedelica chitarra slide galoppante come un coyote che corre in una notte di luna nel deserto.
A concludere, come si usava una volta, un brano lento, Monoxide Dreams, una bella ballata che suggella tre quarti d’ora di musica incalzante e ritmicamente incessante.
Il deserto è davvero un ricordo molto lontano.
Maurizio Pupi Bracali
Here Lies Boomer’s Panic
Garbage Man
Jolting Tales of Tension
Monoxide Dreams
Fatso Jetson
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