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martedì 7 settembre 2010

BRIAN WILSON: La Rinascita artistica ed umana nel nuovo millennio e Reimagines Gershwin (Walt Disney - 2010) by Wally Boff


La rinascita artistica ed esistenziale di Brian Wilson iniziò nel 1988 con la pubblicazione del suo primo omonimo album solista: un coraggioso primo tentativo di uscire dal vicolo cieco delle droghe e della depressione che l'aveva costretto ad abbandonare quasi del tutto le scene per tutti gli anni '70 ed '80; nondimeno non aveva privato del suo prezioso apporto compositivo albums dei Beach Boys incredibili come Surf's Up (1971), Holland(1973), Love You(1977).
Purtroppo questo debutto solista, pregevole, é condizionato ancora pesantemente dalla sudditanza allo psichiatra Eugene Landy, divenuto ormai una presenza invadente ed ingombrante nella sua vita.
Landy, dopo aver supportato brillantemente Wilson nell'uscire dal buio aveva allargato da tempo il suo ruolo professionale sino ad incidere sulle sue stesse vicende artistiche e finanziarie.
Si sa, queste questioni non si risolvono tanto facilmente; gli anni '90 sono stati per Brian ancora altalenanti: in ogni modo hanno sortito due opere non eccelse ma dignitose, Orange Crate Art con la collaborazione dell'eclettico Vand Dyke Parks (1995) e Imagination (1998).
Il suo pieno riscatto invece coincide perfettamente con lo scoccare del nuovo millennio e con l'ingresso nella sua vita artistica dei Wondermints, un ensemble di dieci abilissimi musicisti a tutto tondo, capaci di ricreare senza sbavature in studio e dal vivo (questa l'autentica meraviglia!), strumentalmente e vocalmente lo stesso inconfondibile mood dei Beach Boys.
Ne fa fede lo stupendo doppio Live at the Roxy Theatre (2000) dove l'allora 57enne artista insieme ai grandissimi Wondermints annuncia al mondo la sua gioia di sentirsi di nuovo vivo, pronto a trasmettere ancora al pubblico la sua sublime arte compositiva e vocale. Wondermints sono incredibili nel riprodurre nei minimi particolari il sound dei numerosi musicisti di studio che coadiuvarono i Beach Boys nella realizzazione di autentici monumenti dell'arte pop quali Pet Sounds, Holland, Surf's Up, Smile.
Ecco, se dovessi consigliare ad un neofita o ad un amico cui voglio particolarmente bene un'opera che segni il pieno ritorno di Brian Wilson segnalerei Live at the Roxy Theatre. Ho dedicato a questo disco nel 2001 una lunga recensione, che se vorrete vi riproporrò.
Qui mi limiterò a sottolineare come Wilson e questo eccezionale organico eseguono con brillantezza unica sia classici del periodo 'surf' dei B.Boys come I Get Around, Surfer Girl, California Girls, Don't Worry Baby, Darlin', In My Room, che episodi appartenenti alla graduale ma sfolgorante maturità compositiva di Brian Wilson: Please Let Me Wonder, Good Vibrations, God Only Knows, 'Til I Die, Caroline No, Let's Go Away for Awhile, Pet Sounds, sino a Love and Mercy.
Wilson subito dopo si dà anima e corpo alla riproposta dei due grandi capolavori dei Beach Boys degli anni '60: Pet Sounds (1966) nel 2002 e Smiley Smile (1967), l'opera incompiuta, nel 2004.
Pet Sounds Live viene registrato nel corso del suo primo tour solista in Europa ed Inghilterra, durante quattro notti alla London's Royal Festival Hall e testimonia l'esecuzione maniacale del capolavoro originale; Smile, realizzato scrupolosamente da Wilson con la collaborazione preziosissima di Darian Sahanaja, leader e guida dei Wondermints, rappresenta la messa a punto definitiva dello Smile lasciato incompleto nel 1967, uno dei leggendari dischi 'perduti' dei '60.
Con lo Smile del 2004 siamo di fronte ad un lavoro semplicemente perfetto, dove tutte le parti registrate ma rimaste fuori nell'originale e poi disseminate negli albums seguenti trovano la loro logica ed armonica collocazione finale. Il risultato é un'opera armonicamente e melodicamente superba, seconda (forse per minore immediatezza) solo a Pet Sounds, anche se sono molti tra gli addetti ai lavori e fans a pensare che il nuovo Smile, messo a nuovo e splendente di luce abbacinante sia superiore per bellezza e complessità di concezione a Pet Sounds.
Il nuovo Smile mette a tacere finalmente anche i numerosi detrattori di Wilson che lo accusano di vivere di rendita sul suo passato Beach Boys sin dall'inizio della sua carriera solista.
Nel 2004 Brian Wilson realizza anche un lavoro in studio tutto inedito, Gettin' Over My Head, che vede anche la partecipazione di Eric Clapton e Paul McCartney: ospiti di lusso direte voi per un artista che ormai non conosce freni al suo ritorno sulle scene ed alla rinnovata ispirazione.
Ma é con That Lucky Old Sun (2008), con la collaborazione di Van Dyke Parks che si registra il ritorno dell'artista ad un'ispirazione finalmente limpida come l'acqua sorgiva, carica di nostalgia (Forever She'll Be My Surfer Girl), di magnifici sussulti vitali (Oxygen to the Brain,Can't Wait Too Long), di tristezza crepuscolare (Midnight's Another Day). That Lucky Old Sun é strutturata come un'opera organica che prevede degli interventi narrativi ogni due-tre brani; per me che non riesco ad essere imparziale di fronte al genio di Wilson questo disco rappresenta davvero un evento unico, ovvero il ritorno dell'artista dalla voce da 'adult-child' (come lo definisce in All Music John Bush)al concepimento di un lavoro ricco di superbe intuizioni melodiche, di chiaroscuri fascinosi che fa tesoro e attualizza un passato ormai leggendario.

BRIAN WILSON REIMAGINES GERSHWIN (Walt Disney - 2010)

Ma Wilson non é mai pago, é ancora alla ricerca a 67 anni suonati della bellezza in musica, l'unica che possa elevarci al di sopra delle miserie quotidiane: Elvis Costello qualche anno fa disse che nella storia della musica contemporanea americana c'é un filo rosso che parte da Gershwin ed attraverso Burt Bacharach giunge sino a Brian Wilson.
Avrebbe mai immaginato Costello che quelle sue parole oggi sarebbero suonate incredibilmente profetiche, nel momento in cui Brian Wilson tra il 2009 e 2010 decide di rivisitare l'opera imponente di George Gershwin? Come ci sia giunto lo racconta lui stesso in una breve intervista che ho tradotto e pubblicato in Music Box il 28 Agosto scorso e che vi invito a leggere.
Brian Wilson Reimagines Gershwin é uscito ufficialmente in Europa ed Italia ieri 6 Settembre 2010, ma io avevo avuto modo di ascoltarlo anche se parzialmente sin dalla metà d'agosto: ed avevo capito anche da pochi brani che il nuovo progetto era semplicemente geniale; Wilson nel rivisitare alcuni classici di Gershwin non si lascia manipolare dalle difficoltà dell'operazione ma rimane splendidamente se stesso, addirittura piegando classici come Summertime e 'S Wonderful alla sua espressività vocale da 'adult-child'.
B.W. Reimagines Gershwin é lavoro che esige predisposizione ed apprezzamento per lo swing ed il blues, due importanti componenti del corpus compositivo di Gershwin che Wilson sa sviscerare con naturale sensibilità: succede in I Loves You Porgy, It Ain't Necessary So, Love is Here to Stay, fascinosi blues nei quali Wilson sfoggia sorprendenti suadenti performances vocali, da interpretarsi quale impagabile maturità senile . Si é cucito addosso senza sbavature, con l'apporto di una compagine orchestrale lussureggiante il prodotto di un'epoca d'oro del progresso artistico e musicale americano.
Chiunque abbia una minima conoscenza dei dischi dei Beach Boys ascoltando anche distrattamente gli arrangiamenti di standard swing come They Can't Take That Away From Me e I Got Rhythm non può non cogliere (con gioia immensa...almeno per me) echi di classici surf Beach Boys (quindi Brian Wilson) quali California Girls, I Get Around; ascoltandoli hai la netta sensazione che Brian sia definitivamente uscito dal tunnel.
The Like In Love You e Nothing But Love sono due brani sfavillanti incantevoli melodie ricavati (come afferma Wilson nell'intervista) da 104 brani di piano non terminati di Gershwin: come sugellare con sapienza pop spartiti rimasti nei casetti da lunghissimo tempo, e Brian in questo é diventato davvero un maestro.
Come tralasciare infine I got a Crush on you e Someone to Watch Over Me, restituite dalla disarmante commovente interpretazione di Wilson alla loro bellezza imperitura; mentre lo strumentale I Got Plenty O' Nuttin, con quella splendida chromonica-basso in primo piano sembra uno scampolo non utilizzato di Pet Sounds.
Mentre mi ascolto un'ennesima volta Reimagines Gershwin, qualcosa mi suggerisce che nel momento in cui Brian Wilson si gode con i suoi collaboratori l'ultimo frutto del suo lavoro certosino sta già pensando a come stupirci un'ennesima volta, spero il più presto possibile per la mia salute mentale e spirituale!

Wally Boff

http://www.brianwilson.com/index.html

Brani da 'Brian Wilson Reimagines Gershwin':

Ain't Necessarily So - I Love You Porgy - I Got a Crush on You - Summertime - Nothing but Love

1 commento:

Pasquale ' wally ' Boffoli ha detto...

grande Selene... anche a nome di Brian..
ora il tutto é perfetto!
Wally

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