sabato 19 marzo 2011

CONTRIBUTI: DAVID BOWIE - LA TRILOGIA BERLINESE: 1977-1979, "Low" - "Heroes" - "Lodger"


Citando l’autore tedesco Gunter Grass "Berlino era il centro di tutto quello che stava succedendo e succederà in Europa nei prossimi anni". E così girovagando e camuffandosi fra le strade di Berlino Ovest, David Bowie vive uno stato euforico totale per cercare quell’ispirazione e verve che solo i quartieri neri, devastati, isolati, turchi, freddi e sbarrati di Berlino potevano regalargli. Erano gli anni della Guerra Fredda; era il desiderio dell’unione, della libertà, era il sogno di un uomo in cerca di sè stesso.




Domicilio: Schöneberg Hauptstraße 155. Il Duca Bianco entra in scena a Berlino. Era la fine del 1976


Low (1977)
Art Decade celebrava la stessa Berlino, "una città tagliata fuori dal proprio mondo, dall'arte e dalla cultura, agonizzante e senza nessuna speranza di riscatto". Al fianco di questo suo viaggio esistenziale lo segue fedelmente il compagno Iggy Pop: sfatando la leggenda del loro amore omosessuale, in realtà si vedono complici ed amici stretti in un momento di vita assurda fatta di brividi per la disintossicazione, istinti suicidi (Always crashing in the same car ne è testimonianza!) e nella ricerca di nuovi sound e nuove glorie (Sound and Vision). Warszawa coglieva il lugubre mistero della Polonia al tempo della Guerra Fredda (ecco la ballad da cui Bowie trasse ispirazione per la composizione poi elaborata nel sound elettronico di Brian Eno). Ma a proposito della mai pubblicata colonna sonora realizzata da Bowie per ‘L'Uomo che cadde sulla terra’, ritroviamo tutto il lato B del vinile "Low" strumentale e per la prima volta quella linea di dolore aliena del mondo è espressa musicalmente con effetti sonori sorprendenti e ogni impulso narrativo viene ampiamente abbandonato. Subterraneans è un Bowie fuori e dentro di sé, come strade sotterranee il suo è un percorso estremo, buio e pieno di lacrime. Il suo sogno di creare una colonna sonora infatti svanisce.
Ma ritorniamo per un attimo al viaggio berlinese: Iggy non produceva un album dal 1973 e Bowie invece si era visto prosciugare le tasche dal suo ex produttore che incassava il 50% delle sue vendite discografiche. Insomma bisognava darsi da fare. Nasce proprio negli studi di Hansa di Berlino "The Idiot" quasi interamente scritto da Bowie che porta fortuna all’amico Iggy e lo lancia verso la carriera solista. Bowie porta dentro sé quello stesso spirito che aveva portato Andy Wharhol a creare la "Factory" che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo e che come produttore aveva lanciato la carriera di molti amici/artisti. In questo clima di affinità elettive Bowie recupera la sua Musa Ispiratrice e "The Idiot" diventa quasi una sorta di prova generale per "Low" ed "Heroes" che poi esploderanno dentro la sala di registrazione all’interno del Chateau d'Herouville. Se Trilogia Berlinese si chiama è perché c’è l’anima di tutto il Bowie berlinese ma di fatto "Heroes" è l’unico album della trilogia che viene registrato a Berlino mentre è proprio in Francia che si registra"Low" al Chateau d'Herouville. Rinchiusi dentro il Castello c’erano Carlos Alomar, George Murray, Dennis Davis rispettivamente guitar man, bassman e drummer; Tony Visconti stava alla produzione con Bowie mentre la ciliegina sulla torta è rappresentata da Brian Eno. Mary Hopkin, la moglie di Tony Visconti, duettò con Eno nei coretti di Sound and Vision. Speed of life e A new career in a new town utilizzano una robusta sezione ritmica rhythm and blues.



Ciò semplicemente per evidenziare che non è vero che Brian Eno fu determinante per le sue applicazioni elettroniche al disco: piuttosto fu artefice di quelle "Strategie Oblique" che contenevano istruzioni casuali come "onora il tuo errore come intenzione nascosta", "enfatizza le pecche", "usa personale non qualificato" e così via che fecero affiorare un nuovo linguaggio musicale in Bowie definendolo "l'astrazione della comunicazione"("TRANS EUROPE EXCESS", di Stephen Dalton e Rob Hughes, Uncut n. 47, aprile 2001, seconda parte). Era il Gennaio 1977: "Low" è pronto per essere pubblicato ma dobbiamo aspettare ancora qualche mese per la promozione perchè Bowie decide di fare il pianista accompagnando l’amico Iggy durante il suo tour americano per "The Idiot".


Heroes (1977)
Siamo nel maggio del 1977, le strade di Berlino sono ancora un po' fredde."Lust For Life" dell'amico Iggy Pop è completato. Bowie richiama agli studi Hansa i vecchi compagni di delirio a cui si aggiunge Robert Fripp dei King Crimson. Se Low (che significa appunto depresso) è buio ed introspettivo nel suo male di vivere, "Heroes" rappresenta una luce nel mare in tempesta. Due amanti, un re ed una regina, due delfini, "we can be heroes just for one day" è la nota di speranza a volte sognata a volte reale; sotto una torretta due giovani si amano e sperano che quel Muro possa cadere per unirsi nel loro amore anche solo per un giorno:

“Sebbene niente ci terrà uniti,
potremmo rubare un po' di tempo,
per un solo giorno, possiamo essere Eroi,
per sempre”
.

I Figli del silenzio piangono, guardano nel nulla.

“I figli dell'era silente
Fanno l'amore solo una volta
ma sognano e sognano
Non camminano, scivolano solamente
dentro e fuori la vita
Non muoiono mai,
un giorno si addormenteranno semplicemente “
.

Le note alte di Bowie ed i cori di Eno e Visconti fanno venire i brividi per la bellezza e la inquietante fragilità. Bowie è ancora malato, ruba il tempo con il bere e la droga, dimentica la sua realtà vivendo nel sogno, rinchiuso in quello zoo che è il suo rifugio, è ancora
Blackout e questa lucidità del suo dolore è lacerante.

”Se non rimani questa notte
Prenderò quell'aereo questa notte
Non ho niente da perdere,
niente da guadagnare
Ti bacerò sotto la pioggia
Bacerò sotto la pioggia
Bacerò sotto la pioggia
Toglietemi dalla strada
Rimettetemi in piedi
datemi qualche direzione
L'aria bollente mi manda in blackout”



Lodger (1979)
1979: nasce "Lodger" ma diciamo la verità, era ormai lontano dalla genesi berlinese che aveva invece permeato Low e Heroes. "Lodger"  nasce infatti fra il 1978/79 durante i soggiorni di Bowie a Tokyo, in Russia, in Africa e il suo 'travelogue influences' si sente da una traccia all’altra passando da sonorità giapponesi a ritmi africani con grande disinvoltura. Da Fantastic Voyage si salta ad African Night Flight e Red Sails con un sound molto orientaleggiante. Una stilistica contemporanea che potremmo definire quasi premonitrice della world music che unisce il pop alla musica etnica (Yassassin). Più che di Trilogia dunque sarebbe più appropriato forse parlare di doppia-coppia uscite nel 1977: The Idiot-Lust for life e Low/Heroes nati proprio a Berlino dalla coppia più ‘Stooge’ di quegli anni che li vede protagonisti ‘maledetti’ e rappresentativi di una storia che unisce amicizia, disperazione, disintossicazione e musica; parafrasando la citazione del produttore Tony Visconti, come in un film questa storia si colloca in una speciale location: ’a Berlino infatti chiunque tu sia, non sei un cazzo’. Ed è proprio da questa libertà d’essere ed anonimato esistenziale che paradossalmente si creano i due+due grandi capolavori che rimarranno nella storia del rock per sempre.
Grace Paparo

David Bowie's Berlin

La "trilogia berlinese" di David Bowie:
Low (1977 - RCA Records)
Heroes (1977 - RCA Records)
Lodger (1979 - RCA Records)

bibliografia:
Thomas Jerome Seabrook: "Bowie In Berlin - A New Career In A New Town"  (Jawbone Press, 2008)
Thomas Jerome Seabrook: "Bowie - La Trilogia Berlinese" (Arcana Ed. 2009)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ricardo Martillos says:
3 dischi diseguali del Duca Bianco, i primi 2 tra i suoi migliori, Lodger a tratti è imbarazzante DJ per esempio, Sono molto interessanti, glaciali ed elettroniche le side b di Low e Heroes, certo non si inventa nulla qui anche se la critica la pensa diversamente, il kraut rock ha sfornato lavori molto migliori di questi, eppoi i meriti di Bowie vanno suddivisi con Re Mida Eno, determinante in fase di produzione.

Anonimo ha detto...

Grace scrive: Eno programmò i pionieristici strumenti sintetici su Low dando ad essi bizzarri nomi vittoriani: Chamberlain, Rimmer, Tape Horn. Sviluppò inoltre versioni alternative di "Subterraneans" e per "Warszawa" fu ispirato dal figiio di Tony Visconti che suonava 3 note, da lì l'imput. Low fu scritto interamente da Bowie ed Eno fu co produttore: senza dubbio- come ho scritto nell'articolo introdusse nuovi radicali metodi di registrazione delle sessions.

purr91 ha detto...

Proprio un bell'articolo che fa rizzare le vibrisse e che ti fa gustare ogni rigo con gioco, grazia e attenzione. purrrrrrr

Anonimo ha detto...

mi lascia un pò attonita l'accostamento che fai di low e heroes con i lavori di Iggy Pop... Assolutamente vorrei che mi spiegassi meglio questo passaggio. Per il resto trovo molto 'fresco' e originale questo inserimento di pieces of songs, brava!

Anonimo ha detto...

ciao anonimo: dunque l'accostamento fra Low/the Idiot - Heroes/Lust 4life, rappresenta un fatto esistenziale e intellettuale al tempo stesso nel senso che, come ho già scritto nell'articolo, immagina la storia di 2 amici che partono per un viaggio ed arrivano a Berlino. I due amici si chiamano David and Iggy.In questa città succedono una miriade di cose e uno dei 2 amici in questo caos-fra vicessitudini personali e non- decide di aiutare l'altro a guadagnare dei soldi e fare fortuna con la pubblicazione di un album,il suo debutto come cantante singolo: nasce The Idiot- scritto da D. Bowie. The Idiot" diventa quasi una sorta di prova generale per "Low" (D. Bowie è assediato dalla moglie che vuole lasciarlo, dalla cocaina che vuole inghiottirlo, da un ex produttore che dilapida il suo denaro per accordi commerciali sbagliati-vive cioè uno stato ai limiti della tensione nervosa); d'altro canto come John Savage scrisse in England's Dreaming, sia Low che The Idiot ebbero un forte impatto durante il periodo punk: e se il punk americano trovava espressione nella necessità di diventare politicamente e socialmente polemico, il punk inglese invece sentiva una sorta di disimpegno, liberando l'inquietudine che albergava all'interno della propria mente…Nightclubbing,China Girl,Funtime. Heroes/lust for Life:sia Heroes che Lust 4 Life hanno un colore più gioioso rispetto alla coppia Low/the Idiot.è un periodo diverso e si tinge di colori più chiari. Iggy è fuori dall eroina ed il suo ghigno di ottimismo fu la copertina di Lust 4Life:Berlino aveva temporaneamente pulito il suo organismo.Lust for Life fu registrato in tre frenetiche settimane agli studi Hansa By The Wall. Iggy ebbe questa volta un ruolo più dominante rispetto a The Idiot dell'anno precedente ma David giocasempreun ruolo rilevante,scrivendone i pezzi.Heroes parallelamente gode di luce riflessa: il Bowie più solare, reduce da una tourne con Iggy in U.S.A un pò meno turbata dal bere e dalla droga- seppur ancora presente- traspare in Heroes che trionfa sopra lo stato mentale che Low aveva dipinto riflettendo le speranze e quella stessa luce di ottimismo che nel 1989 vede realizzarsi nella caduta del Muro di Berlino………
ciao
Grace

Pasquale ' wally ' Boffoli ha detto...

Ma tutte queste considerazioni interessanti cara Myriam dovevi inserirle nell'articolo (wally)

Anonimo ha detto...

volevi dire Grace, correggilo ma nn pubblicare questo commento....era solo per tcordarti di correggere il tuo. baci. Grace

Anonimo ha detto...

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