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sabato 13 ottobre 2007

Il meglio dei cinema in DVD by-Antonio -Peterucci n°11


Titolo: STILL LIFE Cina 2006 - Colore, 107 minut
Regia: Jia Zhang-KeGenere: Drammatico
DVD edizione: Lucky Red


Film del regista Jia Zhang-Ke, vincitore del leone d'oro a Venezia nel 2006.
Nel film due diverse storie si intrecciano, sullo sfondo della odierna Cina divisa tra regime comunista e l'avanzare della globalizzazione, e da questi contrasti si manifesta il doloroso smarrimento di un popolo alla ricerca delle proprie radici.
Soltanto alcune misteriose visioni come miraggi nel deserto presenti nella pellicola ci ricordano di una mai sopita speranza che ci sia l'avvento di una terza via, che porti finalmente pace e libertà.
Questo è un film non facile, ma forse anche per questo di struggente bellezza.

Trailer: http://it.youtube.com/watch?v=QYWKbxms1sc (A.P.)






Titolo: PAPRIKA Giappone 2006 - Colore, 87 minuti
Regia: Satoshi KonGenere: Animazione
DVD edizione: Sony Pictures


Ultimo film di animazione del regista giapponese Satoshi Kon autore di due altri famosi anime Perfect Blue e Tokyo Godfathers. La storia del film ruota attorno ad una invenzione che permette di entrare nei sogni delle persone ed anche di registrarli, quando viene rubato il prototipo.
Per i protagonisti, un detective ed una dottoressa scatta la caccia per il suo recupero; se da un lato la trama risulta abbastanza canonica, quello che rende straordinario il film è la grande libertà espressiva e originalità che in questo caso raggiunge livelli veramente notevoli
Inoltre un' ineccepibile realizzazione tecnica dei disegni, delle animazioni e della musica rafforzano il risultato finale; ma forse la cosa più importante vedendo questo film é la capacità di rassicurarci che la forza dei sogni e dell'immaginazione vince su tutto.

Trailer: http://it.youtube.com/watch?v=Wn_7oMh5jOw(AP)






Titolo: DIABOLIK Italia-Francia 1968 - Colore, 96 minuti
Regia: Mario Bava
Genere: Avventura --
DVD Edizione : Paramount


Famoso film del regista Mario Bava, maestro indiscusso del cinema Horror italiano, che in questo caso si cimenta con un adattamento cinematografico del famoso personaggio dei fumetti Diabolik.
Nel rivedere questa pellicola dopo più di 30 anni si prova un senso di euforia e meraviglia,:euforia perché il film è divertente ed ironico senza risultare banale, e meraviglia pensando alle suggestive scene piene di colori in cui con sapienza artigianale Mario Bava, riesce a trovare semplici soluzioni per scene che altrimenti sarebbero state per l'epoca dispendiose da realizzare.
Un sapiente uso della telecamera e delle luci rendono questo film una vera perla di un cinema che non a caso ancora oggi viene ricordato ed apprezzato in tutto il mondo.




Trailer: http://it.youtube.com/watch?v=lSmTcie3lg4ube.com/watch?v=lSmTcie3lg4 (AP)

martedì 9 ottobre 2007

R.I.P. : 9 / 09/ 1967 - THE DEATH OF CHE GUEVARA by ' Wally' Boffoli

Quella che segue é la biografia del CHE tratta dal sito http://biografie.leonardo.it/
e su gentile concessione del sito medesimo.
Forse leggerla nell' anniversario della sua morte, oggi, a quarant'anni esatti dalla sua uccisione (ASSASSINATO!) e al di là di tutte le mitizzazioni del personaggio stratificatesi in questo lungo lasso di tempo può servirci a continuare ad amarlo soprattutto e di più da un semplice punto di vista umano, dando per scontata la sua gigantesca statura di 'rivoluzionario' !
Ho deciso di pubblicarla anche perché questo per la politica, soprattutto quella italiana, mi sembra un momento molto delicato e di disaffezione soprattutto giovanile. Credo ci sia bisogno di rilanciare valori come il coraggio, la chiarezza, la non ambiguità etica e politica e soprattutto la fede nelle proprie idee!
Se i nostri politici (senza distinzione di colore!) per un attimo, o magari solo per oggi, riuscissero a mettere da parte le loro nauseabonde 'strategie oblique e trasversali' e guardassero all'esempio rigidamente etico rappresentato dalla vita e dalle azioni di Che Guevara sarebbe una cosa davvero utile : forse eviterebbero per il futuro chissà quante altre ipocrisie e soprattutto parole, tante intenzioni inutili e senza reali riscontri! ( by 'Wally' Boffoli)
" Vale la pena di lottare solo per le cose per le quali non vale la pena di vivere" (Che)
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Figlio della piccola borghesia agiata, Ernesto "Che" Guevara de la Serna, (il nomignolo "Che" gli venne affibbiato per la sua abitudine a pronunciare questa breve parola, una specie di "cioè", in mezzo ad ogni discorso), nasce il 14 giugno 1928 a Rosario de la Fe in Argentina. Il padre Ernesto è ingegnere civile, la madre Celia una donna colta, grande lettrice, appassionata soprattutto di autori francesi. Sofferente di asma fin da bambino, nel 1932 la famiglia Guevara si trasferisce vicino a Cordoba per consiglio del medico che prescrive per il piccolo Che un clima più secco (ma in seguito, fattosi più grandicello, la malattia non gli impedirà di praticare molto sport).
Studia con l'aiuto della madre, che avrà un ruolo determinante nella sua formazione umana e politica. Nel 1936-1939 segue con passione le vicende della guerra civile spagnola, per la quale i genitori si sono impegnati attivamente.
A partire dal 1944 le condizioni economiche della famiglia peggiorano, ed Ernesto comincia a lavorare più o meno saltuariamente. Legge moltissimo, senza impegnarsi troppo nello studio scolastico, che lo interessa solo in parte. Si iscrive alla facoltà di Medicina e approfondisce le sue conoscenze lavorando gratuitamente all'istituto di ricerche sulle allergie, a Buenos Aires (dove la famiglia si è trasferita nel 1945).
Con l'amico Alberto Granados, nel 1951, parte per il suo primo viaggio in America Latina. Visitano il Cile, il Perù, la Colombia e il Venezuela. A questo punto i due si lasciano, ma Ernesto promette ad Alberto, che lavora in un lebbrosario, di rincontrarsi appena finiti gli studi. Ernesto Guevara nel 1953 si laurea, riparte per mantenere la promessa fatta a Granados. Come mezzo di trasporto usa il treno sul quale a La Paz incontra Ricardo Rojo, un esule argentino, insieme al quale comincia a studiare il processo rivoluzionario che è in corso nel paese.
A questo punto decide di rimandare la sua carriera medica. L'anno successivo il Che giunge a Città di Guatemala dopo un viaggio avventuroso, con tappe a Guajaquil (Ecuador), Panama e San Josè de Costa Rica. Frequenta l'ambiente dei rivoluzionari che sono affluiti in Guatemala da tutta l'America Latina. Conosce una giovane peruviana , Hilda Gadea, che diventerà sua moglie. Il 17 giugno, al momento dell'invasione del Guatemala da parte delle forze mercenarie pagate dall'United Fruit, Guevara tenta di organizzare una resistenza popolare, ma nessuno gli dà ascolto.
Il 9 luglio 1955, intorno alle ventidue, al numero 49 di via Emperàn a Città del Messico, nella casa della cubana Maria Antonia Sanchez, Ernesto Che Guevara incontra una figura decisiva per il suo futuro, Fidel Castro. Fra i due scatta subito una forte intesa politica e umana, tanto che si parla di un loro colloquio durato tutta la notte senza alcun dissenso.

Oggetto della discussione sarebbe stata l'analisi del continente sudamericano sfruttato dal nemico yankee. All'alba, Fidel propone ad Ernesto di prendere parte alla spedizione per liberare Cuba dal "tiranno" Fulgencio Batista. Ormai esuli politici, parteciparono entrambi allo sbarco a Cuba nel novembre 1956. Fiero guerriero dall'animo indomito, il Che si rivela abile stratega e combattente impeccabile. A fianco di una personalità forte come quella di Castro ne assume le direttive teoriche più importanti, assumendo l'incarico della ricostruzione economica di Cuba in qualità di direttore del Banco Nacional e di ministro dell'Industria (1959).
Non completamente soddisfatto dei risultati della rivoluzione cubana, però, avverso ad una burocrazia che si andava sclerotizzando malgrado le riforme rivoluzionarie, irrequieto per natura, abbandona Cuba e si avvicina al mondo afro-asiatico, recandosi nel 1964 ad Algeri, in altri paesi africani, in Asia e a Pechino.
Nel 1967, coerente con i suoi ideali, riparte per un'altra rivoluzione, quella boliviana, dove, in quell'impossibile terreno, viene tratto in agguato e ucciso dalle forze governative. Non si conosce la data esatta della sua morte, ma sembra ormai accertato con buona approssimazione che il Che sia stato assassinato il 9 ottobre di quell'anno.
Diventato in seguito un vero e proprio mito laico, un martire dei "giusti ideali", Guevara ha indubbiamente rappresentato per i giovani della sinistra europea (e non solo) un simbolo dell'impegno politico rivoluzionario, talvolta svilito a semplice gadget o icona da stampare sulle magliette.

http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=552&biografia=Ernesto+Che+Guevara
Una poesia di CHE GUEVARA : Autoritratto oscuro

Da una giovane nazione con radici d'erba / (radici che negano la rabbia d'America) / io vengo
a voi, fratelli del nord.

Gravato di grida di scoramento e fede, / io vengo a voi, fratelli del nord, / vengo donde vennero
gli "homo sapiens", / divorando chilometri in riti transumanti; / con la mia materia asmatica che
porto come una croce / e nelle viscere aliene da metafore sconnesse./

La strada fu lunga ed assai grave il peso,/ persiste in me l'aroma di passi vagabondi / e persino
nel naufragio del mio essere sotterraneo / - benché si annuncino rive di salvezza - / nuoto svogliato
contro la risacca, / serbando intatta la condizione di naufrago.

Sono solo davanti alla notte inesorabile / e ad un ricordo dolciastro di biglietti./ L'Europa mi chiama
con voce di vino vecchio, alito di carne bionda, oggetti da museo./

E nell'allegro irrompere di paesi nuovi / ricevo in fronte l'impatto diffuso / della canzone, di Marx ed
Engels, / che Lenin esegue ed i popoli intonano.

lunedì 8 ottobre 2007

LIVE / Esteri / THE MISFITS , 8 / 09 / 07, Rassegna L'Aqua in testa / Eastpak Music Festival, Porto di Bari -Terminal Crociere by Pasquale Boffoli

L’8 settembre 2007 si è conclusa presso il terminal crociere del Porto di Bari la terza edizione della rassegna L’acqua in testa / Eastpak Music Festival che si è sempre distinta per l’ ecletticità programmatica dei generi proposti ed il sapiente equilibrio tra proposte nazionali ed internazionali.
La grande aspettativa quest’anno era per il live-concert dell’ultima serata (6-7-8) dei mitici e, volendo , seminali punk/trashers americani THE MISFITS.
Serata ventosissima, quasi solidale con il tempestoso sound dei veterani americani di Lodi (New Jersey), trio ri-formato da Jerry Only (bass/guitar), Dez Cadena (guitar/vocals) e Robo (drums, membro originale con Jerry della band), detentori sin dal 1977 di un horror-appeal (nei testi come nel look) mixato con macabre ascendenze fantascientifiche, connotati che rendevano il loro trash-punk primigenio abbastanza anomala dai coevi gruppi punk californiani e non (Black Flag. Alleycats, Circe Jerks, X, Minutemen, Descendents etc…).
Ciò non ha impedito che nel corso dei decenni successivi il devastante chitarrista originario dei Black Flag, Dez Cadena entrasse nella loro line-up (cosa successa anche per un periodo a Marky Ramone) : Dez era presente anche a Bari, lunghi capelli torturati dal vento (che tutti ci ha tormentato sino a notte inoltrata) e make-up sepolcrale !
Il leader dei Misfits ‘77 era Glenn Danzig, cantante da toni morbosi molto vicini a Dave Vanian degli inglesi Damned, con il cui sound gli originari Misfits avevano qualcosa in comune.
Glenn Danzig era dotato di un carisma notevole che estrinsecherà compiutamente più tardi nei Danzig, autori negli anni '80 di alcuni album notevoli, avvicinandosi non poco ad un mood interpretativo Morrison-iano ma dopo Walk Among Us (1982/ Ruby) ed i numerosi 45 fine anni ’70 della Plan 9 che forgiarono il loro tipico sound punk-horror verso la metà degli ‘80 lascerà i Misfits.
Storia tormentata quella dei Misfits, a base di lotte legali, scioglimenti e reunions ma anche di dischi importanti come Legacy of Brutality (1985 -Plan 9/Caroline ) ed American Psycho (1997/Geffen) ed il merito maggiore di avere saputo tenerli in vita durante questi decenni è senza dubbio di Jerry Only.
Quest’anno ricorreva il loro 30° anniversario ed hanno intrapreso un lunghissimo tour mondiale che dopo l’Europa in Ottobre li vedrà in scena negli U.S.A.
Abbiamo davvero dovuto penare per assistere alla loro esibizione perché sono apparsi minacciosi in scena solo verso l’una inoltrata, dopo le performances di tre gruppi-spalla come da programma ai quali all’ultimo momento se ne è unito un quarto.

Qualche parola per loro : i baresi PLASTIC CASTERS sono una scheggia hard-metal mozzafiato (ne abbiamo parlato in questo magazine) ma purtroppo devo ripetere che il loro magniloquente cantante (una sorta di Claudio Villa metal, nel senso di inutile sfoggio di toni altissimi e di virtuosismo fine a se stesso!) li danneggia non poco!
Molto originali i nostrani JOLAURLO con il loro mix palpitante ‘pulp’ di punk, ragamuffin, pop ed una lead-singer aggressiva; noiosi i CHERRY STONE, di stanza a Milano con il loro hip-hop-metal- hardcore sparato a mille pretenzioso e brutale: un monumento alla noia !
Rivelazione invece assoluta i martellanti e percussivi torinesi DISCO DRIVE che riescono a trasmettere dal vivo autentiche inquietanti vibrazioni moderniste, inchiodandoti con il loro sound minimale ed ossessivo.

Ed i MISFITS ? Un concerto a tavoletta controverso secondo la maggior parte dei pareri, anche di quelli che hanno assistito ai loro shows seguenti italiani (questo mi é giunto alle orecchie!).
Ramones-chi seriali per l’intero show ma al contempo enfatici e magniloquenti nello stile vocale di Jerry, penalizzati dal vento che ‘disturbava’ notevolmente il suono della chitarra di Dez Cadena, truce ed anfetaminica nel macinare riffs maniaci e minimal-punk.
I classici sono sfilati tutti: American Psycho, Skulls, Halloween, American Nightmare, Horror Hotel, Die-die my darling, We are 138, Horror Business etc….ma… ma… mancava il carisma di un Glenn Danzig : anche se ad onor del vero Jerry Only, mascarato agli eccessi, circondato, scosso da ossa e scheletri di ogni tipo, ed ingessato nella sempiterna divisa Misfits che guarda un po’ ricorda paradossalmente per certi versi quella dei Rockets (do you remember?), non si é assolutamente risparmiato al basso ed alla voce in una performance muscolosa e trascinante anche se stracolma di clichés !
Ahimé però, dopo una mezz’oretta, le avverse condizione atmosferiche hanno fatalmente gettato nel caos la resa sonora del trio, con la chitarra di Cadena che suonava confusa e sfatta, persa nella pessima acustica .
Da registrare comunque, nel caos sonoro generale , alcune sequenze davvero da antologia, meravigliose lunghe estasi dark-punk che parevano emergere dagli inferi più perfidi ed inquietanti!
E’ troppo sperare di rivederli in una situazione più felice acusticamente? Chissà…!
Nel bene e nel male, un concerto che mi é rimasto scolpito perfidamente nelle sinapsi e nella psiche !
Numerosi i punks giunti da ogni dove, tutti o quasi sfoggianti in sintonia con l'avvenimento la loro brava t-shirt THE MISFITS (come signore ingioiellate ed impellicciate alla prima dell'Opera!).
Alcuni di essi nel corso della ventosa nottata si sono divertiti a più riprese con il loro sport preferito : lanciare bottiglie di birra e bottiglioni di vino ormai vuoti a caso tra i ragazzi e la gente presente!
Non intendo fare sterili polemiche, ma la mia idea di punk DA SEMPRE non é questa: non é farsi largo tra i kids più tranquilli ma non per questo meno 'ribelli' e punk con arroganza nauseante sgomitando come cagne in calore !
Questo non é essere punks e realmente anarchici, anche se si ha la cresta più 'bizzarra' ed alta di tutti !
E' noto che, in qualsiasi situazione, a violenza risponde violenza!
Anarchia e punk (prima e dopo gli 'anta!) non vogliono dire recitare un copione fisso ma ben altre cose, o no?
Se volete dibatterne io sono qui !
P.S. : vediamo chi indovina chi é il grande musicista punk (trapassato a miglior vita?!?!) ritratto insieme a Jerry Only in una vecchia foto, l'ultima qui in basso a destra.
Ai vincitori .........
... i cocci delle bottiglie rotte durante il concerto dei Misfits!