La voce tenebrosa e catatonica del cantante Brad Hargett apparecchia la messa successiva Graveyard orbit mentre un organetto delizioso lancia la preghiera in orbita fino a toccare il Signore. Dove c'è una funzione sacra, non puo mancare lo spettro del sacerdote Morrison, non a caso la seguente Prismatic Room, col suo organetto ipnotico e le chitarre flebilmente vintage, conserva il sapore psichedelico dei giorni doorsiani andati. Del co-fondatore e cantante già abbiamo detto, ma il progetto Crystal Stilts è anche creatura del chitarrista JB Townsend e si completa con Andy Adler al basso, Kyle Forrester agli organi e Miss Frankie Rose, novella Moe Tucker (ecco ancora i Velvet Underground) alla batteria, ed è proprio il suo drumming secco, lineare ed essenziale a dominare le due tracce successive: SinKing e Departure, trascinanti e stordenti come solo i migliori pezzi dei Jesus and Mary Chain sapevan essere. Shattere Shine torna ad esser psichedelia pura; un ritornello che ricorda i riverberi dei 13th Floor Elevators, scandito dai tamburelli magici presi a prestito da chissà quale band folk degli anni sessanta e la voce sepolcrale che esce dalla finestra e arriva fino al cuore della città: “...twisting it's secret course all through the city's heart”.
L'album prosegue fumoso, sensuale, ammiccante, sempre intenso emotivamente dietro la maschera volutamente monotona. Conclude l'album Spiral Transit, la Summer of love dei Jefferson Airplane cantata con la voce di un Ian Curtis, e The City in The Sea, vero e proprio manifesto programmatico della band, che sembra riportare una New York onirica sulle rive californiane, dove le sue luci intense offuscano ogni stella e si dilatano sul mare.
Antonio De Luca
2 commenti:
Bravo Antonio! Battesimo del fuoco superato magistralmente, delicatissimi gli spunti, diretto, esauriente, incisivo. Le mie congratulazioni più vive.
Romina
Grazie Romi, senza il tuo fondamentale aiuto non sarebbe stato lo stesso. Antonio
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