Ad aprire la serata ci sono gli Steaknives veloci e feroci come sempre, talmente veloci che snocciolano l’ottimo album d’esordio e altro ancora in una buona mezz’oretta. Fra tutte Social Game, No Time, e Gimme Your Brain. Figli del primo hardcore californiano i Steaknives sono la scelta ideale per una serata così.
Burning Heads
Il caldo nel frattempo comincia a farsi insopportabile e mentre si accingono a salire sul palco i Burning Heads comincio a scalare le enormi casse per arrivare ad altezza palco per poter fare delle foto decenti. Il quartetto francese non e’ tra i miei gruppi preferiti ma devo dire che si difendono bene. All’attivo fin dai primi anni 90 con una sterminata discografia tra lp e 7 pollici alternano uno splendido hardcore melodico, frattaglie punk rock e proteste punky reggae di clashiana memoria. Che le danze abbiano inizio. A far da padrone sono i pezzi come è logico che sia del loro nuovo LP “Hear This”. Hardtime For Dictators,Twisted Thought, Destroy Capitalism Anarchy, Pride & Glory , Autistic, Xmas Day , mescolati a pezzi piu’ vecchi e classici come la splendida Hurray e il fantastico reggae Handcuffed Did You Play tratto dallo splendido - almeno per me - “Opposite" del 2002. Si termina con un altro classico della loro discografia, S.O.S., e un’ inaspettata quanto fedele In The City dei grandissimi The Jam . Ringraziando simpaticamente tutti il quartetto di Orleans passa la staffetta agli Adolescents.
Adolescents
La formazione dall’ultima volta e’ nuovamente cambiata e riconosco solo l’immancabile Steve Soto ma il buon Tony sa scegliere bene i suoi gregari e quindi mi aspetto un ottimo show, come poi effettivamente sara’. Ad aprire lo show tocca a No Way e non c’è piu’ scampo per nessuno. Rimontato nel frattempo rimonto sulle casse per le solite foto vengo infilzato dal muro del suono degli Adolescents. Uno ad uno passano tutti i loro classici Creatures, Amoeba, e qualche pezzo tratto dal loro nuovo disco (un gran bel disco) Serf City, Operation Ftw che non fanno certo brutta figura accanto a Rip It Up o Kids of the Black Hole. La mia resistenza è giunta al limite, il caldo diventa insopportabile ed ho un ronzio distorto che mi tormenta un orecchio, quindi esco con buona pace per il finale. Faccio giusto in tempo a visitare l’immancabile banchetto per comprare il nuovo disco e via per il meritato riposo con il solito sorriso stampato in faccia che ho alla fine di ogni show degno di questo nome.
Un ringraziamento speciale a Susanna Motta senza della quale questo grande evento punk non sarebbe stato possibile.
Marco Colasanti
foto e video di Marco Colasanti
1 commento:
GRAZIE MARCO BELLISSIMA RECENSIONE
E SENZA DI TE NON AVREMMO UN FANTASTICO ARCHIVIO VIDEO SU YOUTUBE DI TUTTI I CONCERTI NON MAINSTREAM ROMANI
W MARCX
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