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sabato 14 agosto 2010

BEFORE WHO BECAME WHO : Paul Buff - Frank Zappa - Cucamonga years by Crizia Giansalvo

Molto interessante ed inconsueto questo articolo di Crizia Giansalvo che ci trasporta nei primissimi anni '60 nei pressi di Raunch Cucamonga, un pezzo di terreno tra Los Angeles e San Bernardino per assistere alle prime mosse musicali di un giovanissimo Frank Zappa alle prese con Paul Buff, intraprendente figura di discografico ante-litteram.


Before who became who, ovvero : piccola guida per scoprire chi o cosa erano molte affermate bands prima di raggiungere il successo. Ci affidiamo ad una clashiana “We came from a garageland” come motto e partiamo. Cambi stilistici, cambi nominativi, cambi di formazione : bisogna saper cogliere il cambiamento, l'evoluzione che c'è dietro una rock band prima che diventi tale, molto spesso ignorata per un'evoluzione anteriore, per cercare di tracciare una storia del rock che non sia fine a se stessa. Certo, lungi da queste parole assumersi un ruolo accademico, quello che troverete è solo un input per il semplice fatto che, come l'artista che nomineremo a breve vi direbbe, “le riviste di musica sono scritte da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere”.
Approcciarsi a Frank Zappa per chi scrive non è stato facile, come credo non lo sia per chiunque si avvicini alla sua musica. La versatilità, la poliedricità, l'ecletticità sono termini a cui è difficili accostarsi, specie per un orecchio che non sia ben allenato. Ricordo bene però quando il nome di Zappa catturò la mia attenzione: l'occasione fu Oliver Stone e il suo Natural Born Killers. Chi avrà visto il film ricorderà ad un certo punto un'autentica orgia di batterie sovrastata da un sax indemoniato. È il tipo di canzone che non puoi scordarti, ogni colpo di batteria lo senti rimbombare violentemente nella tua testa. “Drums a go go” fu incisa dagli Hollywood Persuaders. È difficile trovare informazioni sulla band in questione, o piuttosto sulla personalità che si nasconde dietro questo nome : Paul Buff.
Paul era un ex membro dell'Aviazione della Marina americana che, finita la carriera militare, decide di dedicarsi al campo della registrazione prendendo la guida dello studio musicale gestito dal 1959 dalla madre e dal patrigno, la Pal Recording Studios.
Ritorna nella sua terra natia, un pezzo di terreno compreso tra Los Angeles e San Bernardino, una piccola città i cui abitanti erano beatniks e membri degli Hell's Angels. La controcultura americana assediava Raunch Cucamonga e Paul decide di dare voce a quella generazione aprendo le porte del suo studio e dando inizio ad una sperimentazione sonora che porterà a creare le basi per il suono surf degli anni '60. Tra i primi successi ci sono il singolo dei The Surfaris “ Surfer Joe/ Wipe Out” e quello dei The Chantays “ Move it/Pipeline”. Paul inizia anche a comporre le prime proprie canzoni, contando sulle sue capacità polistrumentiste.
Sotto il nome di Hollywood Persuarders, incide nel 1963 la strumentale Tijuana Surf”, con i primi echi di surfismo messicano, e chiede ad il suo amico Frank di comporre il b-side, la fuzziana “Grunion Run”. Venduta alla Art Laboe's Original Sound, la canzone diventa un vero successo locale (i diritti hanno anche pagato la cauzione di Zappa dopo il suo arresto nel 1965), grazie anche alle due versioni in cui è stata rilasciata. La versione “Tijuana”, sotto il nome di Los Persuaders, sarà per sedici settimane in cima alla top ten del Messico, rendendo difficile per “I want to hold your hands” dei Beatles raggiungere la vetta.
Zappa arriva negli studi di Cucamonga e subito si crea un certo feeling con Buff : un po' come fu successivamente per Phil Spector e John Lennon, si instaura quel tipo di armonia che può esistere solo tra un grande produttore e un grande musicista. La voglia di sperimentare di Paul unita alla capacità di Frank di andare ben oltre la comune visuale si uniranno varie volte prima che Zappa approdi a Freak Out!, arrivando anche a comprare la Pal Recording Studios. Dopo la vendita, Paul approderà alla Art Laboe's, producendo anche alcuni gruppi come gli “Strawberry Alarm Clock” e Frank Zappa diventerà Frank Zappa.
“Drums a gogo” sarà incisa da Paul dopo che alcuni singoli che seguirono “Tijuana Surf” non riuscirono a bissare lo stesso successo. La sua idea era creare un organico formato esclusivamente di batterie, originariamente accompagnate dalla voce di sua moglie Allison, che rilasciò come “Drums”. Non convinto di questa versione, riarrangia il pezzo aggiungendo qualche strumento e sostituendo la parte vocale con un sax. Questa versione, rilasciata come “Drums a gogo” ottiene un successo ancora più grande di “Tijuana Surf”. La canzone fu coverizzata da Sandy Nelson (spesso gli si attribuisce erroneamente la versione originale), batterista che lavorò a stretto contatto con Kim Fowley.

Discografia:
Esistono vari bootleg dei lavori di Frank Zappa e Paul Buff :
Cucamonga Years - The Early Works Of Frank Zappa 1962-1964
Sono registrazioni di canzoni scritte o prodotte da Frank durante gli anni passati nella Pal Recordings Studios di Cucamonga.
Paul Buff presents the PAL and Original Sound studio archives
Serie di 20 volumi che raccoglie tutta la produzione della Pal dal 1959 al 1964.
The Hollywood Persuaders – Drums a go go
L'album è stato rimasterizzato nel 2007 per conto della Air Mail Archive. Da quest'anno è possibile trovare online le versioni originali dell'album.

CRIZIA GIANSALVO


http://www.zappa-analysis.com/studio.htm
http://www.discogs.com/artist/Paul+Buff

venerdì 13 agosto 2010

THREE RECORDS FOR SUMMER! (Right Nows, Poppees, Sorrows) by Crizia Giansalvo

Questo articolo segna l'inizio di una nuova collaborazione per Music Box, quella di Crizia Giansalvo. Crizia ci consiglia per questa estate ormai bollente tre dischi che faranno la gioia di qualsiasi appassionato di garage e di rock con riferimento agli anni '60 e '70.
Enjoy !!!


Prendete queste righe semplicemente come suggerimenti per rinfrescare le menti in queste torride giornate di agosto.
Che la Spagna sia il motore garage europeo degli ultimi anni è ormai una certezza. Los Immediatos, Wau y Los Arggghs, Hollywoood Sinners, Phantom Planet sono solo alcuni dei gruppi che dalla penisola iberica si sono fatti spazio a furia di suoni fuzz, beat, riverberi e urla primitive. Per il 2010 questa tendenza non sembra arrestarsi, ed a inizio anno è stato dato alle stampe un mini-lp co-editato dalla SunnyDay Records e la Action Weekend Records che vi darà un valido motivo per confermare la mia tesi .
Il gruppo in questione sono The Right Nows, un trio di Cedeira, Galizia, che con questo album, otto canzoni tra cui una cover dei Cinecyde Tough Girls, esplorano la storia del suono garage. Ben impiantati in quel che fu il garage negli anni '80, non mancano di influenze punk, psichedeliche e quel sapore pop tipicamente 60s. Insomma, immaginate una jam session tra Cynics e Stooges e capirete di cosa parlo.
La canzone trainante dell'album, Faces, con la sua malinconica armonica,è un piacevole viaggio in una bolla che sembra catapultata direttamente da una nostalgica Swingin London. Se non è ancora abbastanza, i tre hanno suonato nell'edizione 2009 del Primitive Festival. Più garanzia di così!

Per chi è rimasto intrappolato nella New York di fine anni '70, consiglio un'antologia gioiello, Pop goes the anthology dei Poppees. La carriera dei Poppees fu breve, ma lasciò un segno indelebile per la scena new wave della già citata New York, marcando quel suono che andrà sotto la voce di Power Pop. In questa antologia curata dalla Bomp!Records (un'etichetta basilare per chiunque si professi cultore della musica) oltre ai singoli Jealousy, con i suoi irresistibile coretti pop, prodotta da Cyril Jordan (Flamin Groovies dice qualcosa?) e If she cries, troverete versioni demo e live, tra cui una fantastica realizzata in un certo locale dal nome CBGB's. Una nota di merito anche per il b-side del singolo Jealousy, una trascinante cover di She's Got It di Little Richard.

Per tutti i nostalgici di quel periodo italiano dove sorridere non era un'illusione (è esistita davvero un'Italia così?) consiglio di rispolverare il disco dei Sorrows. Gruppo freakbeat inglese nato dalla mente di quel Don Fardon che, una volta lasciato il gruppo, avrà una carriera solista segnata dal successo della cover di John D. Loudermilk Indian's reservations e di Belfast Boy, omaggio al calciatore George Best. Ma, tornando ai Sorrows, la band approda nel nostro paese dove otterrà un discreto successo, recitando anche in un paio di film tra il 1966 e il 1967, uno su tutti I Ragazzi del Bandiera Gialla di Mariano Laurenti, dove si esibirono cantando in italiano uno dei loro successi, No No No No.
Proprio in Italia avverrà un cambio di formazione della band, entrando Alan Paul Fryers, già conosciuto da noi come componente dei Beau Brummels and his Noble Men, e Chris Smith. Il suono dei Sorrows era martellante, aggressivo, con un forte retrogusto di r'n'b. Una ristampa del loro primo Lp, Take a Heart (Sequel Records-1991), è disponibile : con una tracklist di ben 42 canzoni, tra cui molte bonus track delle loro canzoni incise in italiano e tedesco, avrete nelle vostre mani un gioiellino della British Invasion. Fra tutte, segnalo la splendida Take a heart, canzone che dà il titolo all'album, un disperato e sofferto grido di amore che inizia incalzando, quasi paranoico, per poi esplodere in tutta la sua potenza. Fu incisa dai Sorrows anche in italiano con il titolo Mi si spezza il cuor.
Notevole anche la fantastica cover di Joe Turner Teenage Letter, interpretata anche magistralmente dai nostri Rippers.
Mersey Pop e Rock'n'roll, il miglior cocktail contro l'afa estiva!

CRIZIA GIANSALVO

http://www.myspace.com/actionweekend
http://www.myspace.com/poppeesboyfriends
http://www.lastfm.it/music/The+Sorrows

giovedì 12 agosto 2010

THE MORLOCKS: PLAY CHESS (2010-Popantipop) by Wally Boffoli


L’alone di leggenda che avvolge Leighton Koizumi negli ultimi anni soprattutto in Italia presso i fedelissimi garage aficionados proviene dalle sue epiche gesta nelle bands di cui fu front-man oltraggioso: The Morlocks negli anni ’80 ed ancora prima Gravedigger Five.
Gli anni ’90 seguirono con la pubblicazione di due albums sempre sotto la sigla Morlocks, Wake me when i’m dead dal vivo ed Uglier than you’ll never be, fino a che si perdono le sue tracce e viene dato addirittura per morto per overdose.
Così riportano le cronache rock così come riportano che Koizumi riappare con la diabolicità di un non-morto proprio in Italia a nuovo millennio iniziato, dopo un’intensa attività live negli States.
In Italia nel 2004 incide per l’Ammonia Rec. When the night falls, un disco che è davvero un pugno nello stomaco, tredici covers classiche pescate nel repertorio garage e del rock dell’oltraggio più fragoroso e violento, con i bravissimi Tito & the Brainsuckers come backing band.
A When the night falls segue nel 2008 Easy listening for the underachiever in cui Leighton finalmente rispolvera la ditta Morlocks più che degnamente e con rinnovata energia garage-punk.
Un'ennesima sorpresa il nuovo progetto di Leighton & Morlocks, PLAY CHESS, col quale il nostro pare voler riacquistare una nuova verginità espressiva, tentando (paradossalmente) un bagno rigeneratore nelle acque melmose di un blues chicagoano vecchio cinquant’anni e più.
I Chess studios sono gli studi che hanno visto sfilare ed incidere le figure mitiche di Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Willie Dixon, Chuck Berry, Bo Diddley; sono loro i brani che Koizumi rivisita e lo fa alla grande: subito la scarica elettrica di I’m a man, madida di cambi di tempo ed accelerazioni in perfetto Yardbirds-style; la promessa fatta di inebriante furore garage viene mantenuta in Help me che inizia alla grande con il riff di My Generation (sì, proprio lei), ma soprattutto in Killing Floor che appare davvero trasfigurata…in meglio.
L’inconfondibile arrocchito timbro da lupo mannaro di Leighton ci serve una versione corrotta di Smokestack Lightning, grande e perverso brano di Howlin’ Wolf, colui che ha influenzato maggiormente Koizumi .
Questi quattro brani iniziali sono la porzione più riuscita ed intensa di Play Chess, con Leighton a soffiare nella sua harmonica: le altre covers vivono un po’ di rendita, rannicchiandosi in arrangiamenti a volte scolastici, soprattutto quando si tocca il rock&roll di You never can tell e Back in the U.S.A.(Chuck Berry).
Si torna per fortuna a vibrare di suoni stordenti e malati in Feel so bad, uno dei vertici del disco, con Leighton che conferma come sa essere ancora splendidamente oltraggioso.
Come non rimanere, infine, intrappolati nell’allettante ramonish surf di Promised land?
Un’operazione tutto sommato riuscita, che riesce a dare smalto alla statura di artista di Koizumi: dodici brani che nel migliore dei casi ti azzoppano le sinapsi, nel peggiore divertono, annoiare….mai!
Per concludere vi linko qui sotto l'ultimo singolo dei Morlocks uscito lo scorso anno (grazie Cosimo...), la magnifica e Iggyana (sia per l'interpretazione che per il riff chitarristico) I don't do funerals anymore (new single).

PASQUALE 'WALLY' BOFFOLI


http://www.facebook.com/l/e05d2;www.youtube.com/watch?v=aV65njH7WTY
http://www.myspace.com/themorlocks
http://www.facebook.com/group.php?gid=65116546317